di Elisa Guccione
Foto Servizio Vincenzo Musumeci
CATANIA – Dolcezza disarmante e voce soffice ed affettuosa sono le caratteristiche che si percepiscono immediatamente dal nostro incontro con l’attrice Galatea Ranzi, premiata alla IX edizione del Premio Ninfa Galatea per il Teatro. Chiacchieriamo allegramente, come se ci conoscessimo da anni, di Cinema, Teatro e Televisione con l’emozione e il sentimento di chi ama incondizionatamente il proprio lavoro.
-Da quasi due anni è in giro con lo spettacolo “Fedra – Diritto all’amore”. Ogni messa in scena a teatro è sempre una prima. Ci racconta le sensazioni provate durante questi anni di rappresentazioni continue?
“Lo spazio dove si recita uno spettacolo è fondamentale. Fedra è stata rappresentata in luoghi stimolanti per la loro bellezza archeologica. Ogni volta è un’emozione diversa e particolare, ovvero linfa vitale per chi fa questo lavoro. Impossibile raccontarle tutte”.
-È stata allieva di Luca Ronconi. Quando pensa a lui cosa le viene in mente? Ci racconta un suo ricordo personale
“Sono felice di poterlo ricordare anche in quest’intervista. Ogni spettacolo realizzato con lui era un’opera d’arte, perché anche la cosa più piccola o banale grazie al suo estro diventava magica. L’ho incontrato in giovane età e i suoi insegnamenti, per me, sono stati fondamentali. Ci capivamo subito anche con poche parole ed impossibile non pensare a lui per chi come me fa questo lavoro ed è cresciuta con i suoi insegnamenti”.
-Nel 2014 “La Grande Bellezza” vince l’oscar come miglior film straniero. Lei dà vita al personaggio di Stefania un’intellettuale radical chic. Credeva nel successo internazionale di questo progetto?
“Non avrei mai pensato ad un successo tale, non perché “La Grande Bellezza” non meritasse di ricevere i tanti riconoscimenti ottenuti ma perché è stato un risultato importante non solo per il regista e gli attori ma una grande soddisfazione per il Cinema Italiano. Ricordo che abbiamo girato con grande calma e ho ricevuto da Paolo Sorrentino delle indicazioni sul mio ruolo quasi chirurgiche e dirette”.
-Facciamo un gioco. Ci descrive la sua professione e il mondo del teatro?
(Ride)
“Mi piace! In ognuno di noi c’è stato e c’è il tempo del teatro. Ogni bambino gioca davanti allo specchio inventandosi chissà quale personaggio. Gli attori non fanno altro che coltivare e migliorare quei gesti che abbiamo fatto tutti da piccoli. Il nostro mestiere può essere effimero o profondo dipende dal valore che la società dà al teatro”.
-Cosa sogna Galatea Ranzi a quasi trent’anni di carriera dopo aver fatto Cinema, Teatro e Televisione?
“Continuare a fare questo lavoro fino alla fine dei miei giorni”.
-Ma c’è qualcosa che non ha fatto e vorrebbe fare per arricchire ancora di più il suo curriculum professionale?
“Mi ritengo fortunata per avere avuto la possibilità di lavorare sempre con grandi professionisti. In ogni ruolo o personaggio interpretato ho dato sempre il massimo. C’è un piccolo sogno nel cassetto che mi piacerebbe realizzare, ma per scaramanzia preferisco non dire nulla”.
Elisa Guccione
Foto Servizio Vincenzo Musumeci
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