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Massimo Dapporto: “Ho sempre sentito l’esigenza di ritornare in Sicilia. A Catania mi sento a casa”

Massimo Dapporto: “Ho sempre sentito l’esigenza di ritornare in Sicilia. A Catania mi sento a casa”

02.05.2018.

di Elisa Guccione 

CATANIA- Difficile definire l’incontro con Massimo Dapporto una semplice intervista, ma una chiacchierata tra amici di vecchia data.  Protagonista dall’8 al 20 maggio per il cartellone dello Stabile con lo spettacolo “Un momento diffcile” di Furio Bordon per la regia di Giovanni Anfuso con Ileana Rigano, Debora Bernardi e Francesco Foti. Cordiale e disponibile come sempre lo incontriamo subito dopo la fine delle prove in un piccolo bar del centro, dialoghiamo amabilmente dell’imminente debutto teatrale e dei tanti ricordi legati alla sua carriera e alla nostra terra.

Manca poco per il debutto di “Un momento difficile” spettacolo conclusivo della stagione del Verga. Possiamo avere qualche anticipazione?26962488_1341026916001312_8425181234208745102_o

“È la prima volta che si mette in scena quest’opera di Furio Bordon autore di importanti opere come “Le ultime lune”, che fu il saluto definitivo dalle scene di Marcello Mastroianni. “Un Momento difficile” diretto da Giovanni Anfuso è un testo molto attuale senza essere legato ad un periodo storico in quanto parla del rapporto tra una madre anziana e un figlio. È una storia che parla di noi e della nostra quotidianità difficile da affrontare quando subentra la malattia e l’aiuto costante verso un genitore anziano bisognoso di una presenza fissa al suo fianco.  “Un momento difficile” ha anche molti lati comici pur toccando un aspetto delicato del nostro quotidiano. Tutto è trattato con estrema eleganza e semplicità. Possiamo definirlo una tragicommmedia che parla alla coscienza delle persone. Molti si ritroveranno in questo spettacolo”.

Come si sta preparando ad affrontare questo personaggio dai diversi risvolti psicologici?30227154_2112454462309607_1611141996229951488_n

“Questo ruolo mi riporta a delle mie esperienze personali, perché anch’io ho vissuto alcuni momenti delicati come il mio personaggio. Ho molte cose in comune con quest’uomo di settant’anni che ha ancora una grossa carica infantile quando si rivede bambino con la madre giovane. C’è anche molta poesia che spero arrivi al cuore della gente”.

Quando arriva a Catania Massimo Dapporto con uno spettacolo è difficile riuscire a trovare i biglietti. È sempre un successo garantito…

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“Non ho mai dato fregature fino ad oggi, per questo il pubblico mi segue sempre amorevolmente. Quando arrivo in Sicilia sono piacevolmente travolto da tanto affetto. La prima volta che ho recitato a Catania sono rimasto spiazzato dall’atteggiamento del pubblico che anche davanti alle battute più divertenti non rideva ma alla fine regalava grandi applausi. Una signora alla fine dello spettacolo salutandomi mi disse: “Tutto perfetto, non abbiamo riso o applaudito durante la piéce per non disturbare”. Tutto questo è semplicemente meraviglioso se si pensa agli atteggiamenti del pubblico di oggi che risponde al cellulare anche durante lo spettacolo. Ogni volta che ho recitato a Catania sono sempre rimasto piacevolmente colpito dal comportamento del pubblico, probabilmente, perché educati sin da subito alla grande tradizione teatrale catanese”.

Ultimamente molti spettacoli vengono interrotti dal trillo insistente dei telefonini o dal pubblico incurante che risponde anche durante la messa in scena anche qui a Catania. Come si può risolvere questo problema?massimo-dapporto-715497

“Non si può andare a teatro con il cellulare acceso è una cosa vergognosa, come se un attore decidesse di andare in scena con il telefonino all’orecchio. È terribile quando si apre il sipario vedere parte del pubblico illuminato dalla luce degli smartphone si ha la sensazione di guardare le foto delle lapidi al cimitero. Quando durante lo spettacolo un attore si ferma per rimproverare qualche spettatore è difficile riprendere la concentrazione e ricominciare come se non fosse successo nulla.  Chi va a teatro con il cellulare acceso durante lo spettacolo non ha rispetto per il nostro lavoro e senza rispetto non si può andare lontano”.

C’è un momento o un ricordo particolare legato alla nostra terra?download (2)

“Sono stato in Sicilia per la prima volta nel 1975 in occasione delle rappresentazioni classiche di Siracusa. Ho vissuto per quaranta giorni a Fontane Bianche e ricordo che quando sono andato via sono stato davvero male, perché mi sentivo come se mi mancasse qualcosa. In ogni tournée chiedevo di passare dalla Sicilia, ho sempre sentito l’esigenza di ritornare. Qui sto bene e so anche muovermi autonomamente. Ho molti amici, che rivedo sempre con piacere con i quali si è instaurato un ottimo rapporto. Quando vado via da Milano o da Roma non ho mai provato questo sentimento come quando per la prima volta mi sono allontanato dalla Sicilia. Essere siciliani e andare via da questa terra meravigliosa significa avere una grande forza, non è affatto semplice. Gli stessi attori siciliani che vanno via per tentare questa strada hanno un grande coraggio e una marcia in più”.

Fare l’attore e affermarsi nel mondo dell’arte non è semplice…Massimo-Dapporto2

“Questo non è un mestiere facile. Bisogna fare una differenza necessaria tra coloro che sono diventati famosi perché hanno fatto il grande fratello o i tronisti in quanto sono solo personaggi pubblici che se salgono su un palcoscenico non sanno fare nulla e coloro che hanno veramente intenzione di spendersi con sacrificio e impegno per questo mestiere, senza sfruttare la notorietà del momento. Bisogna studiare e capire che una volta raggiunto il successo è necessario comprendere che prima o poi finisce e quindi è inutile montarsi la testa”.

Come si gestisce il successo?

“Tutto è legato alla persona. Il successo e il rapporto con il pubblico non sono facili da gestire. Ci sono artisti, politici, cantanti o anche scienziati che quando si avvicinano sono così scostanti e freddi che ci si accorge che hanno perso la loro carica umana. Sono sempre molto disponibile con chi mi ferma per strada. Mi piace stare tra la gente comprare una pizza in un bar o prendere l’autobus anche se poi tutti si meravigliano se un personaggio noto prende un mezzo pubblico e si cominciano a creare chissà quali storie, ma in questo lavoro è fondamentale rimanere se stessi in modo da affrontare tutto con i piedi ben saldi per terra”.

Elisa Guccione

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