Leonforte (Enna) – Una pesca tardiva, anzi una percoca, made in Sicily dal gusto genuino e senza chimica perché fatta maturare sull’albero da un sacchetto di carta pergamena che la protegge anche da infestanti. Prende il via in questi giorni la raccolta della Pesca di Leonforte Igp, presentata presso la sede Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche). Si tratta di una coltura di nicchia nei numeri – produzione annua di circa 800 tonnellate per un totale di 100 ettari – ma che porta nella grande distribuzione sapori, odori e colori autenticamente siciliani, e frutto del lavoro di una nuova generazione di coltivatori che, anche grazie all’Igp riconosciuta nel 2011, ha saputo scommettere sulla biodiversità e sulla sostenibilità nei campi.
«Il sacchetto rappresenta per la Pesca di Leonforte Igp un tratto distintivo di qualità, bontà, genuinità e dolcezza – sottolinea il Presidente del Consorzio Carmelo Salamone – e pur essendo una pratica particolarmente onerosa la portiamo avanti perché conferisce al frutto un sapore ed un profumo difficilmente riscontrabili in altri prodotti. Tale tecnica di gestione accurata – ci sentiamo degli allevatori di pesche più coltivatori – consente la raccolta in prossimità della maturazione ovvero quando i frutti hanno raggiunto un grado di dolcezza elevato e il residuo è praticamente pari a zero. La Pesca di Leonforte IGP comunque non è una sola – specifica il Presidente – ma sono tante antiche varietà locali che maturano da settembre fino a metà novembre. La Sicilia è un museo agricolo a cielo aperto e noi contribuiamo a preservare una tradizione e un paesaggio che non ha pari».
La coltivazione di questo frutto avviene su aree pianeggianti e colline della Sicilia Centrale tra i 200 e i 1000 metri e che comprende Leonforte ma anche Assoro, Agira, Enna, Calascibetta. “A coltivarla – precisa il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano – sono circa 20 produttori aderenti al Consorzio di Tutela, mentre la distribuzione avviene per il 90% in Italia soprattutto grazie a grandi catene della Gdo, ed il restante 10% viene esportato soprattutto in Germania e a Dubai. L’annata – lamenta – è stata drammatica dal punto di vista meteo, ma quello che si è raccolto è una pesca di alta gamma che va al pubblico a poco meno di 4 euro al Kg. Quelle spagnole che si trovano ora sugli scaffali sono forse più economiche ma noi – sottolinea infine – scommettiamo sulla genuinità e paghiamo bene gli operai: la paga giornaliera di un operaio che sa insacchettarne 3mila al giorno è di 70 euro. Una testimonianza concreta di quanta voglia di riscatto c’è a Leonforte».