CATANIA – Cinquant’anni fa nasceva a Catania il Premio “Bellini d’oro”, tra i più prestigiosi e antichi del panorama musicale internazionale, riservato ad interpreti belliniani di straordinaria levatura, la cui presenza richiama ogni volta una vasta platea e costituisce un autentico evento. Nel cinquantenario saranno premiati due cantanti lirici che hanno diffuso ad altissimi livelli nel mondo il bel canto italiano, ovvero il baritono veneto Renato Bruson, ormai entrato nell’Olimpo dei più grandi, e il soprano palermitano Desirée Rancatore, autentica star di levatura mondiale. La manifestazione è organizzata dalla Società Catanese Amici della Musica con il prezioso sostegno del Teatro Massimo Bellini. L’appuntamento è per venerdì 9 novembre alle ore 20, 30 nella sala del Bellini; l’ingresso è libero fino ad esaurimento di posti.
A rimarcare la sinergia con l’ente lirico è il presidente della Scam, Antonio Maugeri, lo stesso cultore del melodramma che nel 1968 ebbe l’idea di istituire il prestigioso riconoscimento: «Sono davvero grato al sovrintendente Roberto Grossi e al direttore artistico Francesco Nicolosi per la grande disponibilità manifestata nei confronti di un evento che rappresenta certamente un tributo a Vincenzo Bellini e un fiore all’occhiello per la città di Catania. Ringrazio inoltre la direttrice artistica e vicepresidente della Scam, Anna Rita Fontana, e tutto il consiglio direttivo per l’impegno profuso».
A coordinare la serata saranno la giornalista Caterina Andò e il musicologo Giuseppe Montemagno. La flessibile vocalità della Rancatore, accompagnata al pianoforte da Paola Selvaggio, eseguirà note pagine tratte dal repertorio belliniano, in particolare da Norma e I Capuleti e i Montecchi. La ricca scaletta prevede inoltre la videoproiezione di brani tratti dall’itinerario artistico di Renato Bruson, ritiratosi dal palcoscenico nel 2013.
Si allunga così lo straordinario albo d’oro del premio che annovera nomi stratosferici. Ne ricordiamo alcuni: i soprani Joan Sutherland, Renata Scotto, Montserrat Caballé, Mariella Devia, Gina Cigna, Grace Bumbry, June Anderson, Lella Cuberli, Leyla Gencer, Lucia Aliberti, Anita Cerquetti, Edita Gruberova, Elena Suliotis, Luciana Serra; i mezzosoprani Giulietta Simionato, Cecilia Bartoli, Daniela Barcellona, Fiorenza Cossotto, Sonia Ganassi. I tenori Alfredo Krauss, Franco Corelli, Giuseppe Di Stefano, Luciano Pavarotti, Nicolai Gedda, Rockwell Blake; i baritoni Giuseppe Taddei e Piero Cappuccilli. E i catanesi Maria Gentile, Franco Lo Giudice, Salvatore Fisichella. Nel palmarès anche miti della direzione d’orchestra come Riccardo Muti, Vittorio Gui, Gianandrea Gavazzeni, Richard Bonynge; o musicologi di chiara fama, tra cui Friedrich Lippmann, Domenico De Meo, Maria Rosaria Adamo, Giampiero Tintori. Last but not least, un unico pianista, Francesco Nicolosi, attuale direttore artistico del Bellini.
Ma torniamo all’edizione 2018, ripercorrendo le tappe dei due premiati. Densa di insigni riconoscimenti la carriera di Renato Bruson (nato a Granze, in provincia di Padova nel 1936), che con la sua voce brunita e l’elegante fraseggio è da annoverare tra i più importanti baritoni dei nostri tempi. Dopo il debutto nel 1961 a Spoleto, comincia una prestigiosa carriera, cantando con i più grandi direttori, instaurando in particolare, fin dal 1970, un proficuo sodalizio con Riccardo Muti. Interprete formidabile del repertorio romantico, si è distinto, oltre che nelle principali opere di Verdi e Donizetti, anche di Mozart, Cimarosa e naturalmente Bellini. Il Bellini d’Oro intende più specificamente esaltare le sue performance come Riccardo Forth nei Puritani e Filippo Maria Visconti in Beatrice di Tenda, di cui ha fornito interpretazioni di assoluto riferimento.
Desirée Rancatore, nata a Palermo nel 1977, ha debuttato all’età di 21 anni al Teatro Massimo di Palermo nella Sophie di Der Rosenkavalie per spiccare il volo nei maggiori teatri europei, tra i quali il Teatro alla Scala, l’Opera di Roma, il Regio di Torino, l’Opéra di Parigi, il Covent Garden di Londra (dove inaugura la stagione 1999/2000 con Nannetta in Falstaff), il Real di Madrid. Proprio per la riapertura della Scala, nel 2004 ha interpretato Semele nell’opera L’Europa riconosciuta di Salieri, diretta da Muti. Il suo percorso belliniano l’ha portata con successo dai ruoli di Amina nella Sonnambula ed Elvira nei Puritani fino all’approdo in Norma.