di Elisa Guccione
CATANIA- Le inquietudini, le simulazioni e le menzogne vissute e narrate in prima persona da Mattia Pascal/Adriano Meis, interpretato magistralmente da Daniele Pecci, autore anche dell’adattamento diretto con la consueta sapiente bravura da Guglielmo Ferro, sul palco del teatro Abc per la stagione di prosa Turi Ferro, danno vita alle complicate e aggrovigliate pagine de “Il Fu Mattia Pascal”, uno dei romanzi più celebri della letteratura italiana che consacrò Luigi Pirandello tra i grandi del Novecento.
Il pensiero del drammaturgo agrigentino, capace di dare voce al frustante turbamento esistenziale tipico dell’uomo moderno, ritrova in questa pièce, applaudita generosamente dal pubblico della prima che sarà in replica il 7, 8 e 9 dicembre, la massima declinazione dell’umorismo pirandelliano caratterizzato in questo caso da una realtà instabile e relativa, così come è l’identità del protagonista Mattia Pascal diventato una maschera di se stesso o di quel che rimane.
La ghiotta occasione di usufruire del fortuito incidente, che annulla una vita familiare umiliante con un impiego deprimente, vista inizialmente come cambiamento positivo per dare un senso alla propria vita diverrà carcere di quella nuova esistenza ricca di maschere e priva di contenuto, che dovrà distruggere per riprendere quel che resta del Fu Mattia Pascal ovvero un morto vivente che non ha né presente né futuro.
Daniele Pecci interpreta con grande coinvolgimento e partecipe sofferenza la condizione di straniero e di escluso di Mattia Pascal che trova nella figura di Don Eligio, Rosario Coppolino, l’unico possibile sfogo a cui poter raccontare il proprio dramma con l’amara constatazione che è impossibile sfuggire da se stessi.
Il travaglio psicologico del protagonista, sottolineato dalle intense musiche di Massimiliano Pace, nell’elegante scena mobile curata da Salvo Manciagli con i costumi di Francoise Raybaud, tocca l’apice durante l’incontro con la famiglia abbandonata a causa della presunta morte dove non può fare a meno di constatare che la sua presenza/assenza non interessa più a nessuno, neanche alla moglie che si è risposata con il migliore amico, e il suo ritorno è irreale come la tomba che riporta il suo nome e custodisce i resti di un uomo senza identità proprio come Mattia Pascal, a cui non resta altro che rinchiudersi in biblioteca e scrivere la sua storia quella di un morto vivente.
Completano il cast Maria Rosaria Carli, Giovanni Maria Briganti, Adriano Giraldi, Diana Hobel, Marzia Postogna e Vincenzo Volo.
Elisa Guccione