CATANIA – «Auspichiamo che la cessione delle aziende del gruppo Abate possa avvenire senza perdite occupazionali. Contiamo sul senso di responsabilità dei gruppi imprenditoriali subentranti nella gestione della vertenza dei lavoratori in un comparto che negli ultimi anni ha visto la perdita di oltre 2.000 posti di lavoro. Una regione martoriata da una atavica carenza di occupazione, non potrebbe sopportare l’ennesima vertenza». Lo afferma la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Angela Foti, componente della Commissione Attività Produttive dell’Ars sulla vertenza dei lavoratori del gruppo di Catania del settore della grande distribuzione.
Sulla vicenda intervengono anche gli altri portavoce M5S all’Ars Francesco Cappello, Gianina Ciancio e Jose Marano: «Siamo già in contatto con i sindacati – spiegano i deputati catanesi – e come immaginavamo la questione è molto delicata. Siamo consapevoli che la grande distribuzione organizzata ha subito in questi ultimi due anni in Italia un forte calo dei volumi d’affari, cui è purtroppo seguita una perdita di posti di lavoro. In Sicilia, in questo caso ci sono a rischio 180 dipendenti e 40 dell’ex gruppo Abate hanno già ricevuto la lettera di licenziamento con decorrenza il 10 gennaio. Pur consapevoli che si tratti di una questione aziendale, intendiamo seguire da vicino la trattativa che riguarda i lavoratori, nella speranza che si giunga ad una intesa veloce e capace di garantire – concludono – gli attuali livelli occupazionali». La scorsa notte alcuni lavoratori hanno manifestato davanti all’ingresso del deposito della Zona Industriale.
Il gruppo Abate che ha avuto nel capostipite Roberto, originario di Paternò, il suo fondatore, è molto noto nel Catanese per aver avviato nel 2005, con una mega struttura, il centro commerciale Etnapolis, sorto in territorio di Belpasso. Ingranditosi fino a comprendere 77 punti vendita nei primi anni 2000, dopo il passaggio al marchio Selex, i supermercati erano stati ridotti a 20 con le insegne Famila, IperFamila, A&O in sostituzione dei precedenti marchi Abate superstore, Alise Alider. Oggi la pesante situazione debitoria del gruppo, a capo del quale ci sono i figli dell’ottantenne Abate (Salvatore, Marcello e Laura), ha portato alla dismissione delle attività: a cominciare da Etnapolis che è già stato venduto (secondo voci non confermate per poco più di 90 milioni di euro) alla banca americana Morgan Stanley.