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Al “Roots” di Catania, “Madri di Guerra” di Antonella Caldarella – Stagione “Underground rivers”

Al “Roots” di Catania, “Madri di Guerra” di Antonella Caldarella – Stagione “Underground rivers”

16.01.2019.

Catania – Torna in scena al “Roots” di Catania, in via Giuseppe Borrello 73, sabato 19 Gennaio 2019, ore 21.15 e domenica 20, ore 18.15, la nuova edizione di “Madri di Guerra” di Antonella Caldarella. Protagoniste Antonella Caldarella e Valeria La Bua, regia di Antonella Caldarella, scene di Emanuele Salamanca, musiche di Andrea Cable e costumi di Noa Prealoni, produzione Teatro Argentum Potabile. Si tratta del terzo appuntamento della rassegna “Underground rivers” – Flussi teatrali nel sottosuolo cittadino, organizzata da Teatro Argentum Potabile, che privilegia la drammaturgia contemporanea, proponendo testi originali di autori viventi del Sud Italia e di gruppi teatrali indipendenti.

‘Madri di Guerra’ spiega l’autrice Antonella Caldarella – è nato tanti anni fa. Aspettavo mio figlio quando Maria Grazia Cutuli è morta. Sono rimasta molto colpita da questa tragedia Se ne parlò per molto tempo ed io non facevo che pensare alla sua storia e a sua madre. Mi colpì il coraggio di Maria Grazia , così insolito, ma anche tutte le polemiche che vi furono. Una giornalista di guerra che non era riconosciuta come tale , perché? Mi colpì il fatto che era dovuta partire dalla sua terra per poter trovare la sua strada. E sentii empaticamente il dolore di sua madre: Agata. Così un giorno mi misi al computer e scrissi questo testo. Per scriverlo mi sono un po’ documentata su internet riguardo chi fosse Maria Grazia e della sua passione, la sua voglia di raccontare la verità, ho letto alcuni suoi scritti, ho cercato di conoscerla meglio. Della madre ovviamente non c’erano molte notizie…ma anche se non sapevo nulla di lei, sentivo quello che provava, il suo dolore, la sua rabbia, la sua disperazione. Agata era una madre come la mia, forse, come tutte le madri siciliane, era una MADRE!

Le ho immaginate, madre e figlia, chiuse in una stanza a raccontarsi, come non avevano mai fatto, sincere e con tutta la loro umanità, in un dopo la morte.
Lo spettacolo racconta di un legame tra una madre e una figlia, un legame
forte, speciale, indissolubile che inizia prima della vita e continua dopo la morte; ma parla anche dei conflitti che viviamo ogni giorno nel nostro quotidiano, nella nostra casa, nei nostri rapporti, nella nostra terra che ci costringe ad emigrare. Parla soprattutto delle donne e del loro ruolo di madre, difficile e affascinante, ma anche del ruolo di figli, audaci e liberi.

Racconta della forza delle donne che vivono con coraggio e dignità.
Racconta di chi non si accontenta a vivere la quotidianità, ma vuole lottare per cambiare il mondo e renderlo migliore.

E racconta anche di quella guerre lontane dove la distruzione e la morte sono la quotidianità e quelle vicine che ci colgono di sorpresa e minacciano le nostre vite.
Parla della verità, così difficile da raccontare perché è sempre scomoda.
Parla della fragilità e della forza.

Madri di guerra è uno spettacolo intimo e profondo e se può sembrare ormai anacronistico proporre un teatro denso di emozioni, a mio avviso è un Teatro necessario, perché in questo momento di alterazione della realtà, dove non si comprende più cosa sia vero e cosa sia virtuale, è necessario far conoscere storie di eroi veri che combattono guerre vere, perché credono veramente in qualcosa.


La Maria Grazia, che descrivo nel testo, non ha rimpianti, perché è morta per fare quello in cui credeva: raccontare la verità. Una donna che non ha paura della morte, come del resto tutti coloro che scelgono di fare questo mestiere, così difficile, soprattutto nella nostra terra. Agata è una donna che vive un dolore intenso ma orgogliosa e felice di avere lasciato libera la figlia di essere se stessa. Una storia che seppur nella morte offre un finale ricco di speranza, da offrire a tutti i giovani che oggi si sentono confusi e impauriti: credere nei propri sogni, al di là di tutto!”.

 

 

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