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Al “Roots” di Catania, “Novecento” di Alessandro Baricco, regia di Franco Giorgio – Produzione Centro Teatro Studi

Al “Roots” di Catania, “Novecento” di Alessandro Baricco, regia di Franco Giorgio – Produzione Centro Teatro Studi

20.02.2019.

Catania – Sabato 23 Febbraio alle 21.15 e domenica 24, alle ore 18.15, il Centro Teatro Studi di Ragusa mette in scena alla Sala Roots di Catania “Novecento” di Alessandro Baricco con Giuseppe Ferlito, regia di Franco Giorgio, scene e costumi di Daniela Antoci e Daniela Dimartino, musiche di Yann Tiersen, Scott Joplin e Randy Newman, coreografie di Emanuela Curcio, luci di Saro Baglieri, sartoria Marisa Fossati. Si tratta del quarto appuntamento della rassegna “Underground rivers” – Flussi teatrali nel sottosuolo cittadino, organizzata da Teatro Argentum Potabile.Giuseppe Ferlito

Il Virginian era un piroscafo: negli anni fra le due guerre faceva la spola fra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse, ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Dicono… dicono…

Dice Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento “…un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. … Ma, se io scendo da quella scaletta, davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi, che non finiscono mai… allora su quella tastiera non c´è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio”.

Novecento è un personaggio assai complesso, che cerca di conciliare il desiderio di realizzare i suoi sogni con la paura del mondo sconosciuto che si staglia al di fuori del Virginian. Un personaggio unico ed indelebile: avvolto dall´aura intangibile del prodigio, e che racchiude in sé una profonda e struggente malinconia. Un essere “sovraumano”, fatto non di carne ed ossa ma della materia dei sogni e degli ideali e per questo solitario nella sua dimensione celestiale, incantevole ed inaccessibile. Un magico traghettatore di speranze umane che sulle onde del Virginian danzano per l´Oceano Atlantico verso la terra promessa dei desideri e dei miraggi.
“A me sembra una bella storia, che vale la pena di raccontare. E mi piace pensare che qualcuno l´ascolterà”, dice Alessandro Baricco.

 

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