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Ecco la prima immagine di un buco nero: conferma la teoria della relatività ed è già considerata la foto del secolo

Ecco la prima immagine di un buco nero: conferma la teoria della relatività ed è già considerata la foto del secolo

11.04.2019.

Scattata la prima foto al mondo di un buco nero. L’impresa, definita “lo scatto del secolo” è dell’Event Horizon Telescope, un gruppo di otto radiotelescopi da terra che opera su scala planetaria. Questo incredibile risultato, cui l’Italia partecipa con Inaf e Infn, è stato presentato in una serie di sei articoli pubblicati in un numero speciale di The Astrophysical Journal Letters. L’immagine, spiega l’Inaf – che le due ricercatrici Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl nel team – rivela il buco nero al centro di Messier 87, un’enorme galassia situata nel vicino ammasso della Vergine. L’Eht vede la partecipazione di centri di ricerca di tutto il mondo ed è nato grazie a una collaborazione internazionale e progettato con lo scopo di catturare le immagini di un buco nero.

La foto è la prima prova visiva diretta di un buco nero e della sua ombra. Si tratta, dell’immagine dell’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio, con una massa equivalente a 6,5 miliardi di masse solari, che si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra, al centro della galassia Messier 87.

Eht è una rete distribuita su tutta la Terra, composta da un insieme di radiotelescopi che lavorano in modo coordinato così da costituire un unico strumento di dimensioni globali con sensibilità e risoluzione senza precedenti. “Progettato proprio allo scopo di catturare l’immagine di un buco nero, oggi, 10 aprile, la collaborazione Eht, presenta, quindi, il coronamento del suo principale obiettivo scientifico” scandisce l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che partecipa al progetto.

L’Istituto Nazionale di Astrofisica, che è nel team di Eht, sottolinea dal suo sito istituzionale come l’Event Horizon Telescope sia “il risultato di anni di collaborazione internazionale e offre agli scienziati un nuovo modo di studiare gli oggetti più estremi dell’universo previsti dalla teoria della relatività generale di Einstein, proprio nell’anno del centenario dell’esperimento storico che per primo ha confermato questa teoria”.

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