CATANIA – Pochi giorni fa il Tribunale del Riesame di Catania ha deciso che Agatino Valentino Spampinato, Salvatore Castrogiovanni e Roberto Mirabella, i tre ventenni catanesi accusati di aver violentato il 15 marzo scorso una ragazza statunitense di 19 anni sul Lungomare etneo, devono restare in carcere. I giudici hanno respinto l’istanza avanzata dai legali degli indagati, che avevano sollecitato l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip per alcune presunte «contraddizioni». La principale di questa riguarda proprio il fatto, cioè il reato. Mentre la ragazza dice di essere stata stuprata, la difesa dei giovani catanesi sostiene che probabilmente la ragazza era consenziente.
Per dimostrare questa tesi, i difensori di Agatino Valentino Spampinato, l’avvocato Giovanni Avila e la collega Monica Catalano, hanno insistito molto sulle tracce biologiche, di liquido seminale, trovate dai carabinieri del Ris di Messina nell’androne della palazzina dove la ragazza ha abitato a Catania, prima di tornare negli Stati Uniti, ospite di una famiglia della città. Quelle tracce dimostrerebbero – come raccontato da Spampinato agli inquirenti durante gli interrogatori – che l’indagato ha avuto un rapporto sessuale con la diciannovenne americana la stessa sera della presunta violenza, dopo lo stupro e poco prima che la giovane fosse riaccompagnata a casa. E’ stato lo stesso ragazzo a dire dove si trovavano le tracce biologiche, sulle quali ora sono in corso gli esami del Dna.
La vittima nelle sue deposizioni avrebbe invece detto di essere stata lasciata da Agatino Spampinato nei pressi dell’abitazione e di essere poi andata a casa a piedi. La circostanza, se confermata, potrebbe minare la credibilità della deposizione della giovane americana. Certo è che per ora, secondo il Tribunale del Riesame, quelle tracce biologiche non sono sufficienti ad alleggerire la posizione di Spampinato che resta in carcere insieme con i presunti complici.
Ma ieri sera la trasmissione televisiva Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi su Rete4, ha mandato in onda anche i messaggi whatsapp intercorsi fra Agatino Spampinato e la ragazza statunitense il giorno dopo la violenza sessuale. Messaggi inizialmente anche scherzosi, pieni di faccine che ridono, in cui i due parlano di cosa stanno facendo, di uscire ancora per prendere un caffè, parlano di “scopare”. Ma i testi cambiano tono quando si parla del video che uno dei giovani del “branco” avrebbe girato durante lo stupro.
E, secondo quanto raccontato dalla stessa ragazza, sarebbe proprio questo il motivo per cui lei l’indomani ricontatta Agatino Spampinato: quel video di cui la donna vorrebbe entrare in possesso per eliminarlo. Per questo nei messaggi il suo atteggiamento sembra cordiale. Il suo sarebbe stato un tentativo di riavvicinare il giovane per farsi consegnare il filmato o per convincerlo a cancellarlo definitivamente.
Il legale della ragazza dà poi un’altra plausibile spiegazione all’atteggiamento affabile della giovane americana nei messaggi del giorno dopo. Secondo l’avvocato Mirella Viscuso, il suo comportamento non sarebbe altro che un sforzo inconscio di “normalizzare” lo stupro subìto.
La lettura dell’avvocato Viscuso, che dipinge uno scenario possibile, comprensibile, è quindi completamente diversa da quella dei legali dei tre giovani. Mentre secondo l’avvocato Viscuso, quello della ragazza era un modo per “riordinare” la sua vita dopo quella notte d’inferno, per tornare a una sorta di normalità, per i legali dei giovani sotto accusa l’atteggiamento della statunitense smonta completamente l’accusa di violenza.
Anche in studio si è acceso un dibattito sulla credibilità della vittima. Sono stati fatti ascoltare anche le telefonate “mute” che la ragazza ha fatto al 112 mentre veniva violentata. Si sentono lamenti e alcune poco chiare richieste di aiuto nelle poche telefonate in cui c’è stato un vero collegamento telefonico tra la vittima e l’operatore del numero unico di emergenza. La giornalista e opinionista di Quarto Grado Sabrina Scampini si è schierata apertamente dalla parte della ragazza dicendo che non c’è motivo per non crederle.
Tra l’altro agli atti dell’inchiesta c’è anche il video dello stupro filmato da uno dei tre presunti “aguzzini”. Secondo quanto riportato dall’avvocato Viscuso, in quel video ci sarebbero anche i tentativi della ragazza di allontanare i giovani mentre cominciavano a metterle le mani addosso per costringerla ad avere rapporti sessuali. E ci sarebbero anche i ripetuti “non voglio” pronunciati dalla 19enne americana.