E’ la Sicilia la regione maglia nera d’Europa per quanto riguarda gli occupati tra uno e tre anni dalla laurea: è qui la percentuale più bassa del Continente con appena il 32,3% di persone che trovano lavoro in questo lasso di tempo dalla fine degli studi. Solo per fare un esempio in Bassa Baviera la percentuale è del 98,3%. In media in Italia sono occupati tra uno e tre anni dalla laurea il 62,8% dei laureati, un dato di 10 punti migliore del 2014.
In Italia guardando alle percentuali degli occupati a tre anni dalla laurea (considerando quindi anche il primo anno dopo il termine degli studi) è ampissima la forchetta tra le varie regioni con il Veneto con una percentuale di occupati a tre anni dal raggiungimento del titolo del 75% mentre la Calabria si ferma al 29,1% e la Sicilia al 30,1%, in calo rispetto al 2017. Il Paese nel quale è più facile trovare lavoro è la Germania con il 93,7% di occupati a tre anni dal titolo in media e il 97,7% nella regione di Luneburgo, nella Bassa Sassonia.
La situazione è ancora più difficile per il lavoro nelle regioni del Sud se in tasca si ha solo il diploma di scuola superiore. Entro tre anni dalla fine degli studi risulta occupato in Italia il 48,9% dei ragazzi contro il 76,5% della media europea. Ma se in Germania in media entro tre anni ha trovato lavoro il 90,3% dei ragazzi diplomati in Sicilia risulta occupata appena una persona su cinque (il 22,2%, con un calo dal 25,8% del 2017). Per le ragazze poi al Sud è una vera e propria debacle con appena il 16,8% delle giovani siciliane che lavorano entro tre anni dal diploma di scuola superiore a fronte dell’85,3% della provincia di Bolzano e il 43,6% in media in Italia. In Germania la media è dell’88,3% con picchi regionali superiori al 90%. Per le donne laureate la percentuale più bassa di coloro che sono occupate a tre anni dal titolo è in Calabria con appena il 21,6% (in calo sul 2017) mentre in Sicilia sono il 29,1%. Per le donne europee laureate la media di occupate a tre anni dalla laurea è dell’82,1% mentre per l’Italia è del 58,1%, con la provincia di Bolzano all’82,6%, il Veneto al 76,2%, la Lombardia al 72,9% e la Campania al 42%.