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Beni confiscati alla mafia, alla prefettura di Catania il 90% di richieste

Beni confiscati alla mafia, alla prefettura di Catania il 90% di richieste

19.11.2019.

CATANIA – Tredici dei 15 Comuni che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi convocata dal prefetto di Catania, Claudio Sammartino, sui beni confiscati alla mafia hanno manifestato interesse per 270 immobili passati definitivamente allo Stato, dei 303 disponibili, con un una percentuale dell’89,1% sul patrimonio complessivo al momento disponibile. All’incontro ha partecipato anche il prefetto Bruno Frattasi, direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Tra i beni assegnati risulta una netta prevalenza di terreni (220), ubicati per la maggior parte nei Comuni di Militello in Val di Catania (che con 104 è l’Ente con il più alto numero) e di Vizzini (82). Numerosi anche gli immobili (complessivamente 50, di cui 35 unità abitative per la maggior parte a Catania), oltre a 5 tra magazzini e depositi e 7 tra box e garage.
Il prefetto Sammartino ha sottolineato «il ruolo essenziale rivestito da Amministrazioni ed Enti locali per riaffermare in maniera concreta la presenza dello Stato ed il valore assoluto ed irrinunciabile del principio di legalità, promuovendo il reimpiego dei beni confiscati a favore della collettività». Processo che «consente di sconfiggere due volte la criminalità: la prima, attraverso la sottrazione dei beni illecitamente posseduti; la seconda, mediante la restituzione degli stessi alla collettività e l’utilizzo per fini sociali o istituzionali».

Il prefetto Frattasi ha evidenziato che «lo scopo della procedura è quello di utilizzare concretamente i beni sottratti alla criminalità organizzata, dei quali sia stata accertata la provenienza illecita, rendendoli funzionali a scopi sociali per la soddisfazione di esigenze collettive». La «centralità dell’aspetto legato al concreto riutilizzo del bene a fini sociali» è stata sottolineata anche dal Procuratore Zuccaro, secondo il quale «il compito dello Stato può ritenersi assolto quando i beni non sono soltanto sottratti alla criminalità organizzata, bensì anche utilizzati a beneficio della collettività».

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