WASHINGTON – E’ finita la corsa italiana per il Best international feature film, nuova definizione dell’ Oscar per il miglior film straniero. “Il traditore” di Marco Bellocchio, che narra le vicende del pentito di mafia Tommaso Buscetta e della sua collaborazione con il giudice Giovanni Falcone, è fuori dalla shortlist diffusa dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.
Una vera delusione per una pellicola che, dopo l’anteprima a Cannes, aveva suscitato molto interesse all’estero, riscuotendo gli applausi del pubblico e di gran parte della critica per la sua capacità di discostarsi dai clichè del «cinema di mafia” e, come ha scritto Liberation, di raccontare i personaggi «non come eroi o antieroi, ma come persone normali, a loro modo perbene, che credono ancora in un’etica all’interno di un mondo dove i valori si sono fatti sempre più rari, ciascuno a modo proprio e ciascuno dalla sua parte».
Ad alimentare le speranze la superba interpretazione di Pierfrancesco Favino, come di tutto il cast, la ricostruzione fedele dell’epoca, il rispetto e la rivalutazione della lingua siciliana e, soprattutto, il mettere al centro di quest’opera la naturale teatralità, tragicità di questi personaggi degni di un’opera verdiana. Anche Bellocchio sembrava crederci: «sono contento di questa candidatura. E’ una possibilità, una chiave per entrare nella grande gara. Non mi faccio illusioni, ma farò tutto il possibile per aiutare Il traditore in questo lungo cammino. Pur da vecchio anarchico pacifista e non violento, sento come un onore e una responsabilità rappresentare l’Italia in questa sfida», aveva commentato dopo la candidatura.
Dieci i titoli ancora in corsa, tra cui ‘Parasitè di Bong Joon-ho (Sud Corea), ‘Dolore e glorià di Pedro Almodovar (Spagna), ‘Atlantics’ di Mati Diop (Senegal). Se quest’ultimo ricevesse la nomination, sarebbe la prima volta per il Senegal. In maggio Diop è diventata la prima donna di colore a competere per il primo premio a Cannes, andato alla fine a ‘Parasitè. Il film ha vinto però il Grand Prix honor. La shortlist, frutto di una selezione tra 91 opere, comprende ‘The Painted Bird’di Vaclav Marhoul (Repubblica Ceca), ‘Truth and Justicè di Tanel Toom (Estonia), ‘I Miserabilì di Ladj Ly (Francia), ‘Those Who Remained’di Barnabas Toth (Ungheria), ‘Honeyland’di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord), ‘Corpus Christì di Jan Komasa (Polonia), ‘La ragazza d’autunnò di Kantemir Balagov (Russia).
L’Academy ha annunciato altre nove shortlist di categoria, comprese quelle per il miglior documentario, per gli effetti visivi e la canzone originale. «Star Wars: The Rise of Skywalker», che uscirà venerdì, è in corsa sia per la migliore colonna sonora che per gli effetti visivi, dove restano in gara il blockbuster «Avengers: Endgame» e il musical ”Cats.» Quest’ultimo è fuori però dalla shortlist per la canzone originale, dove invece sono inclusi due brani tratti da ”The Lion King»: «Never Too Late» di Elton John e “Spirit” di Beyonce. Le candidature finali per tutte le categorie saranno annunciate il 13 gennaio e la cerimonia degli Oscar 2020 si svolgerà il 9 febbraio a Los Angeles.