Catania. Sarà lo spettacolo Historie morali di Serafino Amabile Guastella, interpretato dal grande attore Andrea Tidona a dare il via a Pietre che parlano, la rassegna teatrale ideata da Orazio Torrisi, fortemente voluta da Salvatore Bonajuto e realizzata in collaborazione con l’Associazione Teatro della Città, che si svolgerà all’interno della Cappella Bonajuto, sito bizantino custodito nel cuore storico di Catania da tempo identificato come la casa dell’arte e della cultura.
Dopo il successo delle anteprime del mese di dicembre, che hanno dato modo di “assaggiare” lo splendore del teatro mattutino all’interno di uno dei luoghi storici più importanti della città, prende il via il ciclo di matinée che si terranno ogni ultimo sabato del mese. Cinque spettacoli messi in scena in orario diurno per riportare l’atmosfera della Catania teatrale degli inizi del secolo scorso, rappresentando per i catanesi e non solo, anche un’alternativa alle cattedrali di cemento dei centri commerciali.
Al termine dello spettacolo sarà offerto un aperitivo, grazie ad Al-Cantara Winery: un momento di confronto per amanti del teatro e della cultura che ha dato respiro europeo alla mattinata, confermando l’intuizione degli organizzatori.
Historie morali di Serafino Amabile Guastella
Andrea Tidona, volto noto del teatro, come del piccolo e grande schermo, proporrà al pubblico di Pietre che parlano Historie morali di Serafino Amabile Guastella, una summa ironica e leggera di quella che si considera l’opera maggiore del barone chiaramontano Serafino Amabile Guastella (Chiaramonte Gulfi, 1819 – Chiaramonte Gulfi, 1899) ovvero la raccolta in prosa intitolata “Le parità e le storie morali dei nostri villani”.
Il barone chiaramontano Guastella, etnologo e tra i più attenti studiosi di tradizioni popolari siciliane, nacque in una famiglia dell’aristocrazia di provincia, a Chiaramonte nell’allora Contea di Modica. A lungo insegnò presso il Ginnasio di Modica, poi Liceo classico Tommaso Campailla. Da studioso esaminò dell’uomo siciliano gli usi, le superstizioni, la miseria, la fatica, le precarietà, mettendone in risalto la saggezza. E proprio questi “apologhi e parabole“ saranno il fulcro dell’appuntamento di sabato 25 gennaio.
…’Sti passati come li chiamano anche i viddani, queste storie mi sono state narrate, cuntati, da ciabattini, artigiani in generale, da vecchie donne del popolo, che sono una miniera inesauribile, e principalmente da villici, da viddani appunto’...