di Elisa Guccione
CATANIA- “Ho vinto quattro oscar anche se la frase giusta sarebbe ho vinto il provino per un personaggio che ha vinto quattro oscar”. Inizia così il nostro dialogo con Francesco Foti, che nel film Rai “Permette? Alberto Sordi” interpreterà l’indimenticato Vittorio De Sica progetto cinematografico realizzato quasi in contemporanea con la seconda attesa stagione de “Il Cacciatore 2”, ispirato al libro “Il cacciatore dei mafiosi” del magistrato Alfonso Sabella, in onda ogni mercoledì su rai due. Divertente e affabile, come ad ogni nostra consueta intervista sui nuovi impegni teatrali e cinematografici, con l’immancabile sorriso sornione che lo contraddistingue scopriamo cosa succederà in questa nuova seconda serie del Cacciatore e come si è accostato alla realizzazione del personaggio di De Sica.
Carlo Mazza in questa seconda serie è ancora umanamente più affascinante e si strugge per una promessa importante che ha fatto a se stesso e alla sua famiglia. Dopo l’arresto di Brusca abbondonerà veramente l’antimafia?
“Aspettiamo le puntante e vedremo. (ride) Carlo Mazza ha promesso tre anni fa alla famiglia che dopo aver preso Bagarella e Brusca, mandanti dell’omicidio del suo amico e mentore Giovanni Falcone, avrebbe lasciato l’antimafia. Questa promessa indipendentemente da come finirà è un peso enorme per lui, perché significa lasciare il pool e Saverio ma stare finalmente con la propria famiglia. Farà i conti per tutta questa seconda stagione con questa promessa e dovrà capire se è pronto ad affrontare tutto questo. Tutto, puntata dopo puntata andrà complicandosi sempre più e sarà davvero difficile non farsi sopraffare da quello che si sta vivendo”.
Il suo personaggio è un uomo con pregi e difetti, che in questa seconda serie è ancora più maturo e intenso rispetto alla prima. Quali sono state le novità strutturali apportate al ruolo?
“Ho fatto un grande lavoro, con uno studio ancora più approfondito riprendendo tutto quello che già avevo fatto in precedenza, facendo in modo che la rettitudine di Carlo Mazza diventi un vero esempio civile da seguire. Sto scrivendo uno spettacolo con la collaborazione di Alfonso Sabella per parlare di mafia, in modo che il messaggio del Cacciatore non si risolva solo con queste puntate, perché è fondamentale continuare a parlare di ciò che è successo e rinverdire la memoria”.
Qual è, secondo lei, il segreto del successo de Il Cacciatore?
“Gli sceneggiatori, il direttore della fotografia, tutto il cast si è impegnato al massimo per dare voce alla verità donando al pubblico un buon progetto di entertainment, che sia non solo il più innovativo possibile ma che racconti la vita sotto ogni suo aspetto. Credo sia questa la formula vincente de Il Cacciatore”.
Carlo Mazza è un personaggio molto amato e tante sono state le manifestazioni d’affetto verso di lei come attore e per questo ruolo ricco di grande umanità. Ci racconta quale, tra le tante, l’ha maggiormente colpita?
“Il personaggio, non lo nego, è meraviglioso. Alla fine della prima serie già diversi ragazzi mi avevano scritto dicendo che Carlo Mazza gli ha dato quell’input in più per decidere di intraprendere la strada della legalità e della giustizia scegliendo di imbracciare i codici. Credo sia questo, a prescindere dai diversi complimenti, la soddisfazione più importante per chi come me ami questo lavoro”.
Immaginavate che “Il Cacciatore” potesse ottenere tutto questo clamore?
“Già dal primo provino ho sentito che c’era del materiale importante su cui lavorare. La sceneggiatura scritta in modo perfetto, l’idea registica estremamente innovativa, la meticolosità delle scene e della scelta dei costumi alla fine fanno in modo che s’insinui il benevolo dubbio che si sta realizzando qualcosa di veramente buono apprezzato dal pubblico e dalla critica, per l’alta qualità di un prodotto amato a livello internazionale. Certo non credevamo in questo successo a carattere europeo ma non possiamo che esserne felici”.
So che ci sarà la terza serie. Cosa dobbiamo aspettarci?
“È un progetto che nasce su tre stagioni. Si sta lavorando alla terza serie e non possiamo fare altro che attendere l’evolversi della situazione con la consapevolezza che non deluderà le aspettative né del pubblico né di tutto lo staff”.
Lei è molto attivo sui social con un bel numero di follower da gestire. Qual è il gesto o il commento più bello che ha ricevuto?
“Cerco, nel limite del possibile, di rispondere a tutti e sono piacevolmente inondato da tanto affetto. La gente mi riconosce, mi ferma ma devo dire con molta educazione. Ad esempio, l’altra sera mente ero a cena con degli amici una ragazza ha aspettato che finissi di mangiare e poi si è avvicinata al tavolo, riempiendomi di complimenti”.
Alla sua carriera si aggiunge un altro nuovo importante progetto. Sarà il volto di Vittorio De Sica nel film Rai “Permette? Alberto Sordi”. Come si è preparato a questa nuova sfida?
“Ho studiato tanto, scoprendo un De Sica giovane attore strepitosamente bravo. Il regista Luca Manfredi mi ha raccontato degli aneddoti importanti, che mi hanno aiutato a strutturare il ruolo. Credo di aver fatto un buon lavoro, almeno così mi è stato detto da chi mi ha già visto il film durante la fase di montaggio”.
Prima di salutarci e andare al cinema a vedere “Permette? Alberto Sordi” o attendere la messa in onda il 21 aprile su rai uno ci racconta qualche dietro le quinte degno di nota?
(ride)
“Dieci giorni prima sul set ero Mazza che combatteva con Brusca e dopo mi sono ritrovato su un altro set nei panni di De Sica a dialogare con Sordi dove in entrambi i casi il mio compagno di lavoro era sempre Edoardo Pesce, con cui abbiamo condiviso questi due ottimi progetti lavorativi. Edoardo è molto alto, il più alto di tutto il cast e nei dialoghi, per fortuna non si vede, eravamo per ragioni sceniche tutti con le zeppe ma a parte questa chicca ci siamo divertiti tanto nel realizzare questo film. Eravamo e siamo una grande famiglia”.
Elisa Guccione