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“Sugnu Sicilianu. E mi nni vantu”, il videoclip che racconta la forza e l’impegno dei siciliani

“Sugnu Sicilianu. E mi nni vantu”, il videoclip che racconta la forza e l’impegno dei siciliani

31.03.2020.

Di Elisa Guccione 

CATANIA- Un inno alla Sicilia e alla bellezza della nostra terra il brano “Sugnu Sicilianu. E mi nni vantu” scritto da Carmelo Rosario Cannavò con le musiche di Michele Romeo, che partendo dalla data storica dei Vespri Siciliani, la ribellione del Lunedì dell’Angelo del 30 marzo di 738 anni fa che cacciò via i dominatori francesi dalla Sicilia, stimola l’orgoglio dei siciliani per difendere la nostra terra e la nostra cultura anche da quegli stessi siciliani che non si rendono conto della ricchezza culturale dell’isola.91881952_1257709577767581_6645667476229062656_n

“Il video in chiave rap pubblicato in una versione rimasterizzata il giorno dell’anniversario dei Vespri Siciliani- dichiara Carmelo Rosario Cannavò realizzato insieme agli attori Diego Cannavò e Vincenzo Grancagnolo  sull’Etna a 2500 metri d’altezza- lancia un messaggio importante che punta l’attenzione sulla Sicilia operosa e laboriosa fatta di uomini e donne che quotidianamente si spendono per rendere migliore la nostra terra”.91703221_499911430888832_9065036336615915520_n

Subito dopo lo studio e la messa in scena dell’applaudito spettacolo da critica e pubblico “La vera storia del bandito Giuliano” nasce la pièce dall’alto valore educativo “Sugnu sicilianu e mi ni vantu” diventato “Sicilia stupor mundi” un vero viaggio che- come dichiara lo stesso Carmelo Rosario Cannavò direttore dell’Associazione Centro Studi Artistici– diventa una vera lezione di storia portando in scena dei documenti che riassumono l’immenso patrimonio culturale della Sicilia dalla Preistoria al Risorgimento.

“Un’operazione culturale- continua Cannavò protagonista di numerose fiction di successo come “L’Onore e il Rispetto”, “La Baronessa di Carini”, “Come un delfino”- che sottolinea la magnificenza della nostra terra finalmente lontana dai tanti luoghi comuni negativi che caratterizzano per molti il pensiero e l’immagine del nostro popolo”.

Elisa Guccione 

 

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