CATANIA – Ridottissima e non in presenza a causa del coronavirus, la diciannovesima edizione del Premio Danzuso, in questo 2020 “annus horribilis” per la Cultura, come ha sottolineato Giuseppe Lazzaro Danzuso consegnando l’unico premio assegnato dal Comitato promotore nelle mani di Lina Scalisi, vicepresidente del Teatro Stabile di Catania, durante una brevissima cerimonia, presente la direttore Laura Sicignano, filmata e diffusa su Youtube.
Lo Stabile ha compiuto sessant’anni in questo 2020 così buio e il Premio ha rappresentato l’occasione di accendere i riflettori sulla gloriosa tradizione di quest’istituzione culturale fondata da Mario Giusti, Turi Ferro e Tanino Musumeci.
“Un premio – ha detto Lina Scalisi – che ci spinge a proiettarci nel futuro. Ci aspetta un 2021 complicato e il nostro pensiero va ai nostri lavoratori in sofferenza. Lo Stabile è pronto a mantenere quel primato intellettuale che ha avuto in Sicilia e in Italia fin dalla sua fondazione. La sua storia va difesa e valorizzata. E il nostro augurio è di vivere tutti insieme un risveglio culturale importante“.
“Siamo molto orgogliosi di questo premio – ha aggiunto Laura Sicignano – che traghetta questa importantissima istituzione nazionale e non solo da un glorioso passato a un futuro che oggi vediamo come incerto ma siamo fiduciosi che sarà di ripresa e di rinascita”.
Altra cerimonia si è svolta nella sede del Lions Catania Host, con la consegna, da parte del presidente Orazio Somma, della consueta borsa di studio nelle mani del direttore dell’Accademia di Belle Arti etnea Vincenzo Tromba, che la trasmetterà allo studente meritevole Elia Franz Siracusa.
Il filmato su Youtube, diffuso anche sui siti di Istituzioni e Associazioni che sostengono il Premio, comprende anche dei contributi dei loro rappresentanti: un corale invito a stringersi, nel nome di Danzuso, attorno a quella Cultura del territorio che è identitaria, affascinante, unica.
Tra i contributi quelli di Lina Polizzi Danzuso, moglie del Critico, del sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania Giovanni Cultrera, che ha offerto il Bellini “per una grandiosa edizione del Ventennale”, della presidente del Conservatorio Bellini Graziella Seminara, la quale ha sottolineato l’importanza dello spettacolo per una Catania che con il suo Barocco è essa stessa un’enorme scenografia, e del patron del Teatro della Città Orazio Torrisi, il quale ha ricordato come Danzuso sia stato un punto di riferimento per i teatranti catanesi.
Altri importanti contributi quelli dei direttori dei giornali La Sicilia, Antonello Piraneo, che ha auspicato l’intitolazione di una strada di Catania a Domenico Danzuso, e del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, il quale ha ricordato come il critico lavorasse “per far pensare i cittadini con la propria testa e non con quella degli altri”.
Della gloriosa tradizione dello Stabile, teatro dal cuore siciliano ma anche Mediterraneo, legato a figure chiave come Martoglio e Turi Ferro, di cui ricorrono rispettivamente il centenario della morte e della nascita, hanno parlato Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla dell’Istituto siciliano di Storia dello spettacolo. E anche la presidente del Soroptimist Lisanna Giordano, ha ricordato come all’istituzione teatrale catanese si debba l’aver ridefinito e riqualificato, attraverso il palcoscenico, l’immortale letteratura siciliana.
Al termine, Filippo Donzuso, a nome della famiglia, ha ringraziato, oltre agli intervenuti, anche Marina Cosentino, storica conduttrice del Premio che tornerà nel 2021, la segretaria Vittoria Napoli e ancora Caterina Andò e Andrea Bruno. Ricordati anche le presidenti della Scam, Anna Rita Fontana, e del Lyceum prima di rimandare al 2021 per l’edizione del ventennale.
PER VEDERE IL FILMATO DEL PREMIO SU YOUTUBE
www.youtube.com/watch?v=5CjjryIdaNU
L’ALBO D’ORO
Nell’albo d’oro del Premio Danzuso, solo per citarne alcuni, personaggi-simbolo del mondo dello spettacolo e della cultura, da Pippo Baudo ad Andrea Camilleri, a Roberto Andò, interpreti prestigiosi della prosa e del cinema, da Gabriele Lavia a Mariano Rigillo, da Pino Micol a Vincenzo Pirrotta, da Lucia Poli ad Anna Foglietta, registi come Romano Bernardi, grandi interpreti della nostra tradizione, da Leo Gullotta a Pippo Pattavina, da Tuccio Musumeci al compianto Marcello Perracchio a Giovanni Calcagno, da Alessandra Cacialli a Nellina Laganà, da Guia Ielo ad Alessandra Costanzo, da Gino Astorina a Barbara Giordano, per finire con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Barbara Tabita e David Coco. E poi scenografi come Roberto Laganà e Angela Gallaro. Nomi altisonanti anche in campo musicale: i pianisti Francesco Nicolosi e Giovanni Cultrera, ma anche Nino Lombardo, il violoncellista Wladimir Pavlov, il violinista Vito Imperato, il tenore Fabio Armiliato, i bassi Simone Alaimo e Carlo Colombara, il soprano Donata D’Annunzio Lombardi. Danzatori come Roberto Zappalà e ancora personaggi del mondo della cultura come i critici Giorgio Gualerzi, Italo Moscati, Emilia Costantini, Totò Rizzo, Carmelita Celi, il musicologo Domenico De Meo e Maria Inguscio, promotrice culturale. Come il compianto Tony Maugeri che ideò il Premio Danzuso.
DOMENICO DANZUSO
Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della morte di questo critico drammatico, vincitore del premio Flaiano, del Randone e della Lente d’oro, autore di innumerevoli articoli pubblicati sul quotidiano “La Sicilia” e importanti riviste del settore (“Sipario”, “Prima Fila”, “Hystrio”). Danzuso ha firmato con Giovanni Idonea alcuni tra i più importanti contributi sulla storia teatrale etnea. È stato anche docente di Storia dello spettacolo dell’Accademia di Belle Arti, consigliere d’Amministrazione dell’Istituto Bellini, proboviro dell’Assostampa, socio del Lions e della Scam.