ROMA – Numeri da capogiro per il Cashback, il programma di rimborso di una parte delle spese effettuate con bancomat e carte di credito avviato dal governo per agevolare la diffusione dei pagamenti elettronici in funzione antievasione. Irresistibilmente attratti dalla novità – e dai 150 euro potenzialmente in arrivo a dicembre -, gli italiani che si sono iscritti al programma sono, a meno di due giorni dall’avvio ufficiale, circa 2,8 milioni. E, secondo i dati di Palazzo Chigi, sono 3,1 milioni di strumenti di pagamento elettronici attivati direttamente dall’app IO o attraverso i canali messi a disposizione dagli altri soggetti (i cosiddetti «Issuer Convenzionati”), in pratica le app di Poste, Nexi, Satispay e quella di Banca Sella Hype.
L’app IO ha superato gli 8,1 milioni di download e, dopo il blocco dei primi due giorni, il procedimento per il caricamento delle carte risulta ora più fluido. ln particolare per i Pagobancomat il sistema sta funzionando a pieno regime, mentre per le carte di credito, spiegano da Pago P.a, si stanno smaltendo i ritardi accumulati nelle ultime 48 ore. La piena operatività dovrebbe comunque essere raggiunta a breve anche grazie alla nuova versione aggiornata dell’app IO, già disponibile e creata proprio per migliorare la funzionalità del programma. Il primo banco di prova potrebbe essere questo fine settimana, in pieno shopping natalizio.
Il successo dell’operazione è comunque innegabile. Secondo la Coldiretti, per le spese di Natale un acquisto su tre sarà pagato con la moneta elettronica, spinta non solo dalle preoccupazioni per il contagio da Covid ma proprio dalle ultime misure varate per favorire l’uso di bancomat e carte di credito. Misure che però, secondo Federcontribuenti, non fanno che favorire ancora una volta i ricchi e non chi ha davvero bisogno. A spendere di più e più velocemente saranno infatti gli italiani più benestanti, lamenta l’associazione, e non certo i pensionati, i disoccupati o i cassaintegrati. Dal mondo dei consumatori, dopo i disservizi e le lentezze della partenza, il Codacons sventola infine lo spauracchio della class action. L’associazione si dice pronta a prepararne una, denunciando il flop dei primi due giorni d’avvio. Lo stesso contro cui puntano il dito Lega e Forza Italia. Giulia Pastorella, responsabile Innovazione di Azione, denuncia invece problemi di privacy. «PAGO Pa – afferma Pastorella – si avvale di fornitori residenti in paesi extra Ue dove il livello di protezione dei dati non è ritenuto adeguato rispetto alla regolamentazione europea. In fase di progettazione del servizio tutti i fornitori coinvolti avrebbero dovuto sottoscrivere un impegno formale quantomeno a conservare i dati all’interno dell’Ue».