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Pippo Baudo: “A teatro le autopromozioni non servono. Ci vogliono i fatti”

Pippo Baudo: “A teatro le autopromozioni non servono. Ci vogliono i fatti”

11.01.2021.

di Elisa Guccione

Catania è indissolubilmente legata a Pippo Baudo, simbolo e storia della televisione italiana. Approfondiamo con Super Pippo, exdirettore artistico e presidente del Teatro Stabile di Catania, l’attuale e critica situazione del teatro catanese, che la sciagura del covid non ha fatto altro che evidenziare le problematiche relative alla gestione e al riconoscimento professionale della categoria degli attori.4541039_1411_pippobaudo1

Cosa risponde alle ultime dichiarazioni  dell’attuale direzione dello Stabile che utilizzando numerosi stereotipi e luoghi comuni definisce i siciliani “estremamente cerimoniosi, chiacchieroni e indolenti
“scatenando reazioni di disappunto tra attori e lavoratori dello spettacolo?

“Queste autopromozioni servono a poco. Il passato ritornerà sempre davanti. Prima di dire qualsiasi cosa, soprattutto per chi riveste un ruolo pubblico è doveroso studiare la storia del luogo dove si lavora. Non abbassiamo mai l’attenzione e quando c’è da rispondere bisogna farlo, perché chi tace è stupido. Parlano i fatti. Inutile dire parole a vuoto. La mia direzione allo Stabile è stata ricca di soddisfazioni. Ci sono state messe in scena come “La storia di Marianna Ucria” di Dacia Maraini o la prima volta di Andrea Camilleri in scena con “La concessione del telefono” di cui ancora oggi se ne parla. C’è stata anche un’associazione con il Piccolo di Milano dove a turno lo Stabile di Catania e il teatro di Strheler rappresentavano i loro spettacoli. Non tutti purtroppo s’informano e non sanno qual è la vera storia del teatro catanese con gli attori e i registi che lo hanno reso grande come Turi Ferro con tutta la famiglia Ferro, Romano Bernardi, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Giuseppe Di Martino. Lo Stabile di Catania è stato il primo in Italia per il numero degli abbonati, abbiamo superato anche il Piccolo. È tutto documentato e provato, non semplici prese di posizione fine a se stesse”.pippo-baudo

Sindacati, attori, lavoratori dello spettacolo e gente comune chiedono, in occasione del centenario, di intitolare lo Stabile a Turi Ferro. Proposta che fu già avanzata subito dopo la morte dell’attore?

“Intitolare il Teatro Stabile a Turi Ferro è stato chiesto , quando io ero il direttore artistico dell’Ente. All’epoca dissi che il teatro aveva già un illustre dedica, quella a Verga, e cancellarla era davvero difficile. Oggi, in occasione del centenario, si potrebbe aggiungere il nome di Turi Ferro come giusto riconoscimento. Con Turi ho avuto oltre che una bella amicizia anche delle grandi importanti soddisfazioni professionali e quando diventai suo direttore allo Stabile, non nego di essere stato in imbarazzo, perché fu uno dei miei maestri”.

Quando la rivedremo in tv?

“Non ho molta voglia, perché non ci sono le qualità e le novità che mi possano interessare.
Anche se in realtà in tv ci sono sempre. È facile rivedermi, grazie ai tanti programmi che ho fatto”.biografia-di-pippo-baudo-biografieonline-it_776139

Mi dà una definizione di Catania?

“Bisogna dire sempre:” Viva Catania, ca chiù sta’ e chiù bedda addiventi” comediceva Turi Ferro”.

Nella sua carriera lei ha “inventato” tanti personaggi aprendo la porta del successo a showman oggi famosi come Beppe Grillo. Avrebbe immaginato che sarebbe sceso in politica?

“La scelta politica non la condivido. Ultimamente prima dello stop dei teatri ho visto Beppe al Brancaccio di Roma. Mi sono divertito fino a quando non mi ha annoiato con la parte dedicata alla politica. Nel camerino da amici, perché l’amicizia vera non finisce mai, quando ci siamo salutati gliel’ho detto”.

Elisa Guccione

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