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Fragorosi applausi per Turi e Federica Amore in “L’eredità dello zio canonico

Fragorosi applausi per Turi e Federica Amore in “L’eredità dello zio canonico

14.02.2022.

Catania- Sul palco del Teatro Metropolitan rivive per mano dell’accurata regia di Turi Amore un classico senza tempo della drammaturgia siciliana “L’eredità dello zio canonico” di Antonino Russo Giusti, testo che fa parte di quel “naturalismo comico”, che fra grottesco e surreale trae spunto dagli usi e dai costumi della nostra terra e a distanza di cento anni dal primo debutto diverte ed incanta nonostante lo scorrere del tempo.
Spettacolo inserito nel cartellone della XII rassegna Antonio De Curtis 2021/22 diretta da Turi e Federica Amore, che durante tutti e tre atti della messa in scena con dialoghi dal ritmo veloce e dinamico, capace di catturare l’attenzione della platea generosa negli applausi, racconta fedelmente quanto voluto dall’autore evidenziando  i lati negativi dell’animo umano come l’avarizia, l’avidità e il servilismo da un cast ben affiatato, per un’interpretazione corale ed estremamente brillante.

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Turi e Federica Amore, insieme agli attori Franco Colaiemma, Mirella Petralia, Carmela Trovato, Nuccio Nicastro, Luca Micci, Franco Leontini, Saro Pannofino, Gianni Fontanarosa, Adele Ferlito e Luca Nicolosi in una tipica commedia degli equivoci, tra gag e situazioni esilaranti a volte farsesche, riescono alla perfezione a dare vita ai due rami di una famiglia siciliana in guerra per l’eredità dello zio prete e alla disperazione del nipote che dopo aver dedicato la sua vita a quella del religioso, si aspetta l’eredità che non arriva per un banale ritardo nella consegna di un plico scatenando una serie di grosse e grasse risate del pubblico.
Divertente e ben realizzata la scena dell’apertura del testamento, cuore di tutta la rappresentazione, che rimanda alla memoria la fortunata trasposizione cinematografica del 1934 interpretata da Angelo Musco e Rosina Anselmi, dove ipocrisia, ignoranza ed incomprensioni senza sosta non possono fare altro che far divertire gli spettatori in sala regalando due ore di puro godimento.

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