di Elisa Guccione
Grande attesa e curiosità al Centro Culture Contemporanee Zō di Catania per il nuovo debutto de “Il viaggio – Storie di migranti di ieri e di oggi”, lo spettacolo incentrato sul tema dell’immigrazione, scritto e diretto dall’attore-regista e drammaturgo catanese Nicola Costa, in scena sabato 24 giugno, ore 21.00, e domenica 25 giugno, ore 18.30 e 21.00.
Un progetto che affronta un tema delicato e tragicamente attuale, in pieno stile con il teatro contemporaneo e di nuova drammaturgia a cui Costa ha ampiamente abituato pubblico e critica con risultati unanimi e rilevanti.
Nel corso dei settanta minuti previsti dalla pièce verranno creati accostamenti tra un tempo passato – lo stesso che meno di un secolo fa ha riguardato la sorte dei nostri padri e nonni – ed un presente che quotidianamente accompagna il destino di tanti altri disperati che, provenienti da terre lontane, cercano l’Italia e l’Europa spinti dagli stessi sentimenti di disperazione e di speranza.
“Non sarà uno spettacolo politico – dichiara Nicola Costa – né mi interessa fare retorica o propaganda. Penso da sempre al teatro come uno strumento contributivo con cui è possibile produrre emozione, rilanciando consapevolezza e riflessione. Il fenomeno dell’immigrazione non può e non deve rimanere confinato al nostro paese, va affrontato con un approccio condiviso che in nessun caso escluda la sana accoglienza. Dietro gli sbarchi ci sono interessi economici macroscopici e vergognosi ed è lì che bisogna intervenire”.
Il testo dello spettacolo guarda direttamente agli ultimi, a coloro cioè che hanno lasciato la propria casa, le proprie origini, i propri cari senza che lo avessero scelto. Costretti dalla fame, dai calci sferrati dalla povertà e dalla guerra, da un presente che imponeva di guardare al futuro in modo miope, violato o addirittura già morto. Le sacre scritture, la storia, l’esperienza, riportano spesso in auge e con precisione quasi maniacale la questione legata ai tanti, enormi, flussi migratori: un numero indefinito ed abnorme di esseri umani che sfidano quotidianamente il mare nella speranza di raggiungere una dimensione nuova che possa restituire loro almeno il concetto di dignità dell’esistenza.
Questi “scomodi viaggiatori”, vengono ribattezzati diversamente: li chiamiamo migranti, naufraghi, profughi, stranieri, disperati, clandestini e purtroppo, spesso, anche cadaveri. Ma si può morire pur rimanendo in vita, soprattutto quando ogni singolo respiro diventa sinonimo di mercificazione, di campanilismo e strumentalizzazione politica, di fascismo, di razzismo, di ignoranza, di cinica distrazione e crudeltà.
Sulla scena, a raccontare i versi di denuncia di Costa, l’intero gruppo del Centro Studi Teatro e Legalità diretto dallo stesso artista catanese: Patrizia Auteri, Tiziana Cosentino, Tiziana D’Agosta, Daniele Di Martino, Filippo Giurbino, Simona Grasso, Noemi La Cava, Jessica Montemagno, Leonardo Nicolosi, Adriana Pistorio e Agata Raineri, con l’assistenza di Conny La Cava.
“Il mio viaggio – aggiunge l’autore nelle sue note di regia – più che ad una mera navigazione, punta alla costruzione di ponti di riflessione, di integrazione e di identificazione al cospetto e nel rispetto di un tempo attuale e di uno trascorso il cui sangue circola ancora nelle nostre vene. C’è un’urgenza da oltre 20 anni rispetto alla quale non è possibile chiudere gli occhi. L’arte stessa è un’urgenza e talvolta persino un medicamento. Ed è il solo strumento apolitico e apartitico con cui è possibile rispondere all’urlo tanto straziante quanto quotidiano di una memoria troppo spesso sopita, tradita o, peggio ancora, rimossa”.
Una messa in scena che farà riflettere ed anche discutere, sposando alla perfezione la funzione socio educativa del teatro.
Elisa Guccione