Di Elisa Guccione
La voce delle notti anni 80 e memoria storica della radio non c’è più. Apprendere della scomparsa di Ubaldo Ferrini, autore del libro: “La radio libera la radio prigioniera” sulla storia della radio dagli anni 70 ad oggi, lascia sgomenti. Non è semplice scrivere e parlare di Ubaldo, soprattutto per chi l’ha conosciuto e gli è stato amico.
Nel corso degli anni è stato capace di far diventare il suo amore per la radio da una semplice passione adolescenziale, quando giovanissimo conduceva su Tele Sud, l’emittente fondata dall’indimenticato padre Mario Ferrini, ad una vera professione fino ad arrivare a conquistare, oltre al cuore di molte giovani aspiranti fidanzate del dj più famoso delle notti siciliane, traguardi professionali importanti con la sua Radio Academy e i laboratori universitari alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania. Nel 2016 ha ricevuto anche un premio assegnato dall’Accademia delle belle Arti di Catania, nel settore Radio e Comunicazione.
Ubaldo Ferrini e la radio, impossibile negarlo, sono un binomio indivisibile.
Amava spesso ripetere che bisognava imparare dal passato per guardare al futuro, sottolineando come chi gestisce una radio dovrebbe alzare la testa dal computer, uscire dalla propria stanza e capire quali siano le reali esigenze e metterle in pratica.
Ascoltare o leggere Ubaldo Ferrini era davvero un momento speciale in cui perdersi nel
racconto emozionale ed emozionante dagli anni settanta ai nostri giorni sul mondo della radio tra mode, passioni e sentimenti con il passaggio fondamentale della nascita delle radio libere e di un passato radiofonico, forse sottovalutato, che si poneva e si pone come strumento necessario per scrivere il futuro di chi vuole intraprendere il cammino professionale della comunicazione radiofonica.
Era un vero maestro in ogni cosa che faceva, tanto che la sua penna era ambita e corteggiata da molte testate nazionali per raccontare, come solo lui sapeva fare, con la giusta dose d’ironia e l’acuta intelligenza il mondo della comunicazione e i suoi fisiologici cambiamenti.
Era un’anima della notte, non solo per esigenze professionali, ma viveva appieno l’essenza del buio per creare, scrivere e dare forma a nuovi sogni. Chi l’ha conosciuto e vissuto come amico sa bene che Ubaldo viveva la sua vita come una forma d’arte ed ha deciso di andare via a 57 anni con un grande coupe de teatro lasciando attoniti chi ha perso un amico e un genio artistico come solo lui poteva essere.
I funerali si svolgeranno venerdì 23 febbraio 2024, alle 16, presso la chiesa madre di Pedara.
Elisa Guccione