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“Il Libertino” inaugura la 36esima stagione del Teatro Stabile Mascalucia Mario Re

“Il Libertino” inaugura la 36esima stagione del Teatro Stabile Mascalucia Mario Re

07.11.2024.

Mascalucia- “Il Libertino” di Eric Emmanuel Schmitt diretta da Nicola Alberto Orofino, apre la nuova stagione del Teatro Stabile Mascalucia Mario Re. Il debutto, sul rinnovato palco del teatro Mario Re, sabato 16 novembre con un doppio appuntamento alle 17.30 e 21.00, con repliche per tutto il mese da domenica 17, ore 17.30, sabato 23, ore 17.30 e 21.00, e domenica 24, ore 17.30.IMG-20241106-WA0011

“Il Libertino è una riflessione sulla libertà intesa come indagine sulla volubilità del pensiero- spiega il regista Nicola Alberto Orofino-. Il libertinaggio cui fa riferimento il titolo è innanzitutto quello dell’intelletto e la filosofia è concepita come strumento attraverso il quale confondere e ingannare l’interlocutore, convincerlo su tutto e l’opposto di tutto”.
Sul palco, gli attori Andrea Luca, protagonista della messa in scena, e Rita Re insieme ad Agata Prastani, Gaia Palmeri, Giuliana Mirone e Mario Rocca, anche autore della scenografia, racconteranno una giornata particolarmente “movimentata” del filosofo Denis Diderot alle prese con la stesura di un articolo sulla morale e distratto da quattro donne che lo costringono ad interrogarsi e a ragionare sulla vita coniugale, la fedeltà, il desiderio, la dissolutezza e la virtù.
“Denis Diderot- continua Nicola Alberto Orofino, che dirige per la seconda volta la Compagnia dello Stabile di Mascalucia- è qui innanzitutto il filosofo ma anche genio affabulatore che opera per la posterità, teso sempre a compiere nel suo presente un’indagine anticipatrice dei tempi e per questo destinato a non essere colto con immediatezza dai contemporanei”.
Di questa messa in scena- come spiegato dal regista Orofino- stupisce la modernità del ragionamento e allo stesso tempo sconcerta il paragone con il pensiero diffuso dei nostri tempi, spesso arretrato se non oscurantista e reazionario che è indice di un declino che appare forse inarrestabile con la reale consapevolezza che avremmo sempre più bisogno di diversi Diderot.
“È una commedia frivola ed ironica- conclude Rita Re- che potrebbe definirsi un vaudeville filosofico capace di descrivere la mutevolezza delle idee attraverso diverse sfaccettature che sono raccontate per mano delle figure femminili della commedia che, senza dubbio, incarnano esse stesse le riflessioni molteplici ,e disparate, del filosofo perché le idee sono donne, tante, uniche e diverse allo stesso tempo”.

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