di Elisa Guccione
Un racconto cronaca di un viaggio che possa far riflettere sul tema della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza e della parità di diritti è il monologo “Mi chiamo Maris e vengo dal mare” scritto, diretto e interpretato da Chiaraluce Fiorito per il progetto drammaturgico di Melania Manzoni, che andrà in scena venerdì 22 novembre, ore 21.00, a San Cataldo al Teatro D’essai La Condotta, centro di un importante flusso culturale della nuova drammaturgia, grazie agli spettacoli distribuiti da ExstreusArte e Contemporaneo Sensibile.
“Raccontare una storia vera che appartiene a tutti noi è un lavoro intenso- spiega Chiaraluce Fiorito- composta da un prologo di solo movimento, una danza rituale \ tribale che è sintesi del libro immaginario che andremo via via a sfogliare per un epilogo che è omaggio a tutte le migrazioni di ieri,di oggi e di domani. Ai migranti di sempre,al loro viaggio, carico di dolore, sacrificio e coraggio”.
Chiaraluce Fiorito nella pièce è intenso corpo danzante e tragico burattino, ma anche voce imperiosa ed intima di verità, perché Maris non è un personaggio di fantasia e la sua storia non è una fiction.
“Ho conosciuto Maris allo SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, di un paese della Sicilia orientale- continua l’attrice- e ho deciso di raccontare insieme alla sua storia anche quella di molte altre donne -immigrate – schiave – vittime di tratta e di violenza di genere. Venduta, costretta a prostituirsi rimane incinta, viene poi messa su un barcone e spedita in Italia, dove -grazie al sistema di accoglienza si salva definitivamente dallo sfruttamento”.
La messa in scena unisce una gestualità evocativa ed ieratica del mito e della danza come rito iniziatico ad una narrazione realistica e assolutamente contemporanea.
“Il racconto è come un libro che apro al momento e lo narro invertendo le pagine, sovrapponendo i capitoli, disegnando tratti, gesti e parole intrappolate in una rete da pesca- conclude la protagonista della messa in scena-, che non è mai uguale e che diventa pagine da sfogliare l’ultima delle quali è l’inizio di una nuova storia”.
Lo spettacolo, che arriverà in Lombardia a Cremona, Ostiano e Rivarolo del Re dal 9 al 12 dicembre grazie alla rassegna Acrobatiche Poetiche di Retablo, è un racconto dove emerge il senso di riscatto umano e più propriamente femminile, una riscossa che si conclude con delle testimonianze attuali sulle condizioni che ancora affliggono per la loro crudezza la contemporaneità in cui viviamo e di cui il monologo si erge a portavoce del significato più intrinseco all’odierna società e diviene baluardo del simbolo femminile di lotta per la sopravvivenza dalla guerra, dalla povertà, dalla tratta delle schiave.
Elisa Guccione