di Elisa Guccione
Catania- Emoziona, diverte e allo stesso tempo commuove il mitico “Pipino il breve“, interpretato con la stessa grinta e la stessa forza di quasi 50 anni fa da un immarcescibile e gigantesco Tuccio Musumeci, che ieri come oggi conquista intere generazioni affascinate dalle avventurose vicissitudini del matrimonio tra Pipino il Breve, figlio di re Carlo Martello, e Berta d’Ungheria, la Piedona, da cui nacque il re dei re Carlo Magno.
In scena, a grande richiesta, al Teatro Brancati fino a mercoledì 8 gennaio il musical dall’indimenticato Tony Cucchiara e diretto da Giuseppe Romani con le coreografie di Silvana Lo Giudice riprese dalla figlia Giorgia Torrisi Lo Giudice attraverso i registri e i movimenti dell’Opera dei pupi racconta con un ritmo incalzante ed estremamente coinvolgente, attraverso ben 13 quadri tipici dell’opera dei pupi, le gesta epiche dell’epoca carolingia diventando sin dal debutto simbolo della sicilianità nel mondo.
Tuccio Musumeci è perfetto in ogni istante dei due atti, anche con un semplice movimento delle sopracciglia o un immediato sberleffo ai suoi consiglieri fa incetta di fragorosi e generosi applausi e da grande capocomico qual è guida il nutrito ed ottimo cast composto da Emanuele Puglia, nelle vesti di re Filippo d’Ungheria ruolo che fu interpretato da Pippo Pattavina, Olivia Spigarelli, la moglie di Re Filippo, Lidya Giordano, la giovane Berta, Evelyn Famà, l’intrigante Falista, Cosimo Coltraro, Aldo Toscano, Dario Castro, Enrico Manna, Daniele Virzì, Alex Caramma, Pietro Casano, Alessandro Chiaramonte, Francesca Coppolino, Federica Fischetti, Lorenza Denaro, Alba Donsì, Claudia Sangani, Giovanni Strano, Giorgia Torrisi Lo Giudice e i musici Roberto Fuzio, Pasqualino Cacciola, Pietro Calvagna e Ivan Rinaldi.
In Pipino c’è racchiusa tutta quella tradizione siciliana tramandata di generazione in generazione come la ninna nanna cantatata da Olivia Spigarelli ed Emanuele Puglia o il momento corale del corredo da portare in dote al futuro marito che portano alla luce momenti passati di un’epoca che rivive sul palco del Brancati senza perderne fascino o magia.
Grandi applausi nella scena finale quando tutto il cast cast canta “Viva Carlu Magnu, Viva u Re Pipinu” a cui si dovrebbe aggiungere di diritto viva re Tuccio.
Elisa Guccione