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Il mio personale ricordo di Pippo Fava

Il mio personale ricordo di Pippo Fava

05.01.2017.

CATANIA-Il 5 gennaio 1984 davanti al suo amato teatro moriva Pippo Fava.
Trentatre anni fa cadeva per mano mafiosa un uomo che tentò di cambiare l’ordine delle cose e che, senza paura, andava diritto verso la verità denunciando i misfatti di una Catania stupidamente e fintamente abbellita dall’ipocrisia dei noti cavalieri dell’apocalisse. 15822551_10208658300202985_636486241510755635_n
Non ho avuto il tempo di conoscerlo, ero troppo piccola, camminavo ancora carponi quando quella parte di Catania si fermò in un triste e urlante silenzio di dolore. Con il passare degli anni ho imparato a conoscerlo ed ammirarlo, anche attraverso i suoi scritti conservati con cura dai miei genitori.
Custodisco gelosamente la prima copia de “I Siciliani” un giornale terribilmente attuale e diretto, nonostante sia trascorso oltre un trentennio da quella prima pubblicazione.
Provo una grande rabbia quando, ancora oggi, a scuola, all’università si parli ancora troppo poco di Pippo Fava e della sua figura di giornalista e drammaturgo. Non si capisce, nonostante siano passati tanti anni dalla sua morte, che l’uso diretto ed imparziale della verità migliori e rialzi la nostra società dal fango di cui è intrisa. Tanti, per fortuna,i miei coetanei sanno chi è e cos’ha fatto Pippo Fava, ma è sempre poco e non è mai abbastanza.
Se ho deciso di non fare l’avvocato e di percorrere la strada del giornalismo è anche “colpa” di quest’uomo forte e dall’imponente scrittura, affinchè il suo pensiero e la sua tenacia possano essere il miglior esempio di correttezza e rettitudine per tutti coloro che molto modestamente tentano d’intraprendere questa difficile ed impervia strada.
Il mio ricordo e il mio pensiero oggi è indissolubilmente legato ad Elena Fava, donna straordinaria ed elegante, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere qualche estate fa durante la presentazione del primo volume dedicato all’opera drammaturgica del padre curato da Maasimiliano Scuriatti dove è stata analizzata l’imponente personalità di scrittore e autore teatrale.
Spero e mi auguro che le nuove generazioni possano trovare professori che spieghino chi era ed è quel coraggioso, scomodo e, a volte antipatico giornalista che sfidando la mafia ha saputo incarnare un concetto di giornalismo libero, giusto e senza corruzioni.
Elisa Guccione

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