Si concluderà il 23 maggio a Palermo, dopo un itinerario che l’ha portata in giro per tutta Italia, da nord a sud, la mostra “L’eredita’ di Falcone e Borsellino”, curata dall’ANSA in collaborazione con il Miur e con l’Associazione nazionale magistrati. Si tratta di 150 foto racchiuse in 26 pannelli che raccontano la vita dei due magistrati dall’adolescenza a Palermo alla nascita del Pool antimafia, alle stragi del ’92 e a quanto e’ avvenuto dopo. Gli studenti, guidati dagli insegnanti, hanno imparato a conoscere questi due “grandi uomini, servitori dello Stato” e sono stati proprio loro, nelle settimane successive, a spiegare ai propri coetanei di altri istituti i fatti di quegli anni, quando ancora non erano nati. La mostra ha toccato L’Aquila, Perugia, Torino, Genova, Pescara. E’ stata poi portata a Roma, Milano, Trento, Trieste, Mestre, Bologna, Ancona. Non sono mancate anche le tappe di Napoli, Campobasso, Bari, Catanzaro, Potenza e, appunto, Cagliari. Il 23 maggio, in occasioni delle celebrazioni per il 25mo anniversario della strage di Capaci del 1992, quando furono uccisi Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, la mostra verrà portata a Palermo. Concluderà infine il suo viaggio nel liceo Meli del capoluogo siciliano. In occasione dell’esposizione della mostra “L’eredità di Falcone e Borsellino”, in ogni scuola è stato organizzato un evento per gli studenti e accanto alla mostra è stato proiettato un documentario curato dal giornalista a capo della redazione di Palermo, Francesco Nuccio, in collaborazione con il fotoreporter Giuseppe Di Lorenzo, che racconta la vita dei due magistrati uccisi dalla mafia, attraverso le testimonianze delle persone che li hanno conosciuti più da vicino: le sorelle Maria Falcone e Rita Borsellino, i magistrati Leonardo Guarnotta, Giuseppe Ayala e Antonio Ingroia, i giornalisti Felice Cavallaro e Francesco La Licata e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Obiettivo del progetto è stato far conoscere ai giovani chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e cosa accadde nel 1992. L’iniziativa è stata un tentativo di trasferire ai ragazzi quei valori che incarnavano due uomini dello Stato che hanno sacrificato la loro vita in nome della legalità. Si tratta di un vero e proprio “percorso di educazione alla legalità”, per contribuire a combattere le mafie e l’illegalità a partire dai banchi di scuola.
Parallelamente all’obiettivo didattico, l’iniziativa ha voluto allo stesso tempo testimoniare e concretizzare l’impegno del Governo sul fronte della lotta alla mafia, in un periodo storico particolarmente delicato sul fronte della legalità e dell’infiltrazione della malavita organizzata all’interno del territorio. Le immagini, le notizie di agenzia e altri testi della mostra sono anche all’interno di un libro fotografico, curato dall’ANSA, in collaborazione con il Miur, in un’edizione qualificata per uso istituzionale.