di Elisa Guccione
Foto Dino Stornello
CATANIA –Simpatico e cordiale. Vulcanico e incontenibile. Questo è Massimo Lopez, protagonista di Etnacomics 2016. Ama il contatto con la gente e si diverte a rispondere alle domande dei tanti ragazzi che attratti dalla sua poliedricità artistica cercano di soddisfare la loro curiosità. Lo incontriamo subito dopo aver ricevuto il premio speciale come miglior attore e doppiatore alla V edizione Gold Elepahnt Word Festival, rassegna cinematografica promossa all’interno del Festival Internazionale del Fumetto e della Cultura Pop ideato da Antonio Mannino con il patrocinio del Comune di Catania.
Nella sua carriera ha prestato la voce a tanti attori e personaggi animati come, fra i tanti, Homer Simpson. Qual è il segreto di un buon doppiatore?
“Il lavoro del doppiatore è molto simile a quello dell’attore, perché anche qui si deve interpretare un ruolo. La differenza sostanziale è solo una: eliminare tutto ciò che può portare all’identificazione della propria personalità. Si deve essere capaci di variare la voce in base all’esigenze del film o del cartone animato e a volte anche per questo può capitare che il pubblico non ti riconosca”.
Come si diventa doppiatori?
“Non c’è una regola ben precisa. Si può seguire questa strada in diversi modi, ad esempio, scegliendo di iscriversi ad una scuola per doppiatori o chiedere con molta umiltà, come ho fatto io, di poter assistere alle registrazioni ed imparare a rubare il mestiere. Una cosa è certa in qualunque caso si deve studiare molto, perché non si può assolutamente improvvisare”.
Nel suo lavoro, soprattutto nel doppiaggio dei cartoni, immagino che ci sia anche un aspetto goliardico?
“Alla base c’è tanto studio, ma è anche vero che mi diverto tantissimo a dare la voce ai personaggi animati, perché posso esprimere la mia vera natura e la mia vera età”.
Dopo questa battuta è naturale chiederle quanti anni ha in realtà Massimo Lopez?
(ride)
“Non più di sei”.
Cosa consiglia a chi vuole intraprendere il suo stesso cammino professionale?
“Ai ragazzi che decidono di intraprendere la strada del doppiaggio o del teatro non posso dir altro che è inutile utilizzare scorciatoie, poiché alla fine solo chi è bravo e preparato riesce ad andare avanti”.
Dove si sente più a suo agio su un palco a recitare e cantare o dietro un microfono interpretando con la sua voce le passioni e i sentimenti di un personaggio?
“Ogni aspetto della recitazione rimanda tutto al teatro, la mia carriera e la mia professione nascono da lì ed impossibile scegliere”.
Elisa Guccione
Foto Dino Stornello