Dai ritratti degli anni Trenta della più grande stella della MGM, Greta Garbo, di Clarence Sinclair Bull, al celebre primo piano di Audrey Hepburn firmato da Bud Fraker durante le riprese del film Sabrina (Paramount Pictures, 1954) dove la diva appare con un nuovo taglio di capelli cortissimi, tornato oggi di gran moda. Sono 161 le immagini in mostra a Roma al Palazzo delle Esposizioni, dal 24 giugno al 17 settembre, delle più importanti star del cinema americano, immortalate tra gli anni Venti e i Sessanta, dagli obiettivi dei ritrattisti delle principali case di produzione cinematografica a stelle e strisce, appartenenti al colossale archivio della Fondazione John Kobal, in possesso di oltre 4000 ritratti.
“Hollywood Icons. Fotografie della Fondazione John Kobal” rivela come sia merito dei grandi nomi nella storia cinematografica la costruzione delle iconiche star della Mecca del cinema mondiale. Una mostra che svela come a quel gruppo di fotografi di scena, attivi dagli anni Venti ai Sessanta, che comprende i nomi di Clarence Sinclair Bull, Eugene Robert Richee, Robert Coburn, William Walling Jr, John Engstead, Elmer Fryer, Laszlo Willinger, A.L. Whitey Schafer e Ted Allan, si debba gran parte del successo delle star venerate dal pubblico di ieri e di oggi. Visitando la rassegna si apprende che la diva tra le dive Greta Garbo venne “creata” sul set del primo film, Il torrente (1926), grazie al fotografo Ruth Harriet Louise, che si rese conto di avere tra le mani una futura star. Dopo il 1929 Garbo passò ai ritratti di Clarence Sinclair Bull, ma aveva già appreso i trucchi da posa. Viene rivelato come a lanciare il mito Marlene Dietrich fu certo il regista Joseph von Sternberg con L’Angelo Azzurro (1929), ma senza i trucchi fotografici di Robert Richee, capo studio ritratti della Paramount, tutti avrebbero notato i suoi lineamenti non del tutto perfetti, che Sternberg mascherava illuminando il viso dell’attrice dall’alto. Anche i ritratti di Joan Crawford fatti da George Hurrell hanno contribuito a plasmare la sua emozionante presenza sullo schermo. La mostra comincia con le leggende del muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, continuando con gli interpreti dei primi film sonori come Marlene Dietrich, Joan Crawford, Clark Gable e Cary Grant, per concludere con i giganti del dopoguerra come Marlon Brando, Paul Newman, Marilyn Monroe, Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Organizzata per decadi, dagli anni Venti fino ai Sessanta, che presentano i divi principali di ciascun periodo, Hollywood Icons include le gallerie dedicate ai fotografi degli studi di Hollywood, mostra il processo di fabbricazione di una stella cinematografica e introduce vita e carriera del collezionista e storico del cinema John Kobal, che ha estratto da archivi polverosi tutto ciò mettendolo a disposizione del pubblico. Kobal ha compreso l’importanza della ricchezza del materiale fotografico hollywoodiano. Era un appassionato di film, divenne giornalista, poi scrittore, infine, prima della sua morte precoce nel 1991 all’età di 51 anni, venne riconosciuto come uno tra gli storici preminenti del cinema. Il suo lavoro pionieristico fu quello di riesumare le carriere di alcuni tra questi maestri della fotografia d’epoca classica hollywoodiana. Dagli anni Sessanta Kobal cercò di ricongiungere gli artisti dimenticati con i loro negativi originali e li incoraggiò a produrre nuove stampe per mostre che allestì in tutto il mondo.
Da archivio Fondazione John Kobal a Palazzo Esposizioni a Roma