SIRACUSA – Giordana Di Stefano, la giovane di Nicolosi uccisa dall’ex quasi 2 anni fa, comeCarmen di Georges Bizet. C’è una sottile linea rossa, rossa come il sangue delle tante, troppe donne uccise da chi diceva di amarle, che unisce la vicenda di cronaca e il capolavoro ottocentesco.
Storia d’amore e morte, quell’amore e morte che sempre più spesso, come racconta la cronaca, si fondono e confondono, proprio come la storia di Carmen di Georges Bizet che può essere considerato un caso di femminicidio ottocentesco.
Intensa e vibrante, l’opera racconta infatti di una donna, Carmen, che rincorre la libertà a ogni costo. Fiera e indipendente. Una donna di oggi, insomma, in bilico tra una relazione ormai logorata (quella con Don Josè) e un nuovo amore che le fa battere il cuore (quello per Escamillo).
Fin quando, siamo alla fine del quarto e ultimo atto quando l’opera tocca i vertici più alti della drammaticità, Josè, accecato dall’ira, uccide Carmen con una pugnalata e si consegna ai gendarmi. Storie di ieri e di oggi, da palcoscenico e da pagina di cronaca. Carmen diviene così l’emblema delle tante donne umiliate, maltrattate, ferite nel corpo e nell’anima. Spesso uccise. Sparate, strangolate, bruciate, accoltellate da uomini che avrebbero dovuto proteggerle.
È per questo che Carmen di Georges Bizet, l’opera che andrà in scena sabato 5 agosto alle 20,30 al Castello Maniace, nell’ambito di Mythos Opera Festival, sarà dedicata a Giordana Di Stefano, uccisa a 20 anni dall’ex con 48 coltellate. Era il 7 ottobre 2015 e da allora Vera Squatrito, la madre della giovane di Nicolosi, non ha mai smesso di lottare contro paura e indifferenza, di mettere in guardia le donne dalla violenza travestita d’amore, di sensibilizzare, i ragazzi prima di tutto, all’amore e al rispetto reciproco.
“Lo faccio per non dimenticare – racconta la madre di Giordana – perché sono certa che la prevenzione rappresenti l’unico modo per arginare un problema sociale che riguarda tutti. Perché è necessario intervenire prima che sia troppo tardi, spiegando alle donne di ogni età che occorre denunciare i propri aguzzini, che esistono i centri antiviolenza, che bisogna smetterla con l’atteggiamento da crocerossine ma, al contrario, scappare ai primi segnali di violenza, prima che la relazione diventi più difficile da sciogliere. E ciò anche se l’uomo in questione è il padre dei nostri figli”.
Perciò Vera Squatrito si dice “onorata” della scelta di dedicare un’opera lirica come Carmen di Georges Bizet a Giordana. “Non ho esitato a dire sì – conclude – perché uno spettacolo come quello che sabato sera si terrà al Castello Maniace può raggiungere tantissime persone. Per me sarà una forte emozione essere lì anche perché significherà ridare voce a mia figlia e a tutte quelle donne uccise dauomini incapaci d’amare“.
L’opera lirica diventa insomma strumento di riflessione su tematiche di scottante attualità e di impegno civile. Non a caso, Mythos Opera Festival ha aderito a “Posto occupato“, un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava infatti un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Un posto ancora riservato a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga.
L’ideatrice della campagna Posto occupato è Maria Andaloro, che conclude: “Giordana era una danzatrice e dedicarle uno spettacolo come Carmen di Georges Bizet è un gesto bellissimo. Un gesto che, tra l’altro, rappresenta un’ulteriore, preziosa occasione per sensibilizzare contro un fenomeno, come quello della violenza sulle donne, che è un problema culturale e una responsabilità sociale insieme. Gli spettacoli divengono così un momento di riflessione, prevenzione e sensibilizzazione. È infatti importante non abbassare mai la guardia, riuscire a riconoscere i segnali perché commemorare non basta, occorre imparare a capire il fenomeno e contrastarlo”.