ROMA – L’Eracle di Euripide diretto da Emma Dante. L’Edipo a Colono da Sofocle con la regia di Yannis Kokkos. E poi la commedia, con I cavalieri di Aristofane diretti da Giampiero Solari. Sarà un viaggio attraverso «La scena del potere» al 54/o Festival del teatro greco di Siracusa, il secondo firmato dal direttore artistico Roberto Andò, al via per l’Inda dal 10 maggio all’8 luglio e poi in tournée nei teatri di pietra.
Ad aprire, proprio Emma Dante «inspiegabilmente mai stata a Siracusa», sottolinea Andò, che si alternerà con lo spettacolo di Kokkos fino al 24 giugno. «Due tragedie – prosegue il direttore – che raccontano l’incertezza della fisionomia del potere, il suo vacillamento. Se pensiamo che la Presidenza degli Stati Uniti è in mano a un uomo come Trump, ci rendiamo conto di quanto e quanto repentinamente sia cambiato il volto del potere. E come sia difficile stabilire se un uomo potente è un eroe o un tiranno. Più spesso, invece, ci rendiamo conto di quanto sia ridicolo e questo ci lascia inermi. I cavalieri, poi, mai rappresentato finora a Siracusa, è il primo esempio di teatro politico, costruito sul tema di oggi: il populismo. Aristofane dovette interpretarla lui stesso, perché nessun attore voleva mettersi contro il potere qui rappresentato da Cleone. Come l’anno scorso – aggiunge – abbiamo voluto registi mai coinvolti prima dall’Inda, che ci consentissero di togliere definitivamente quel sospetto che a Siracusa sia affidato un culto e che nulla debba cambiare».
Ecco allora che Emma Dante pensa già a un «Eracle quasi tutto al femminile. Indagherò che faccia ha il potere – anticipa – E’ vero che è una cosa cui ambiscono solo gli uomini? E’ una prerogativa maschile, legata a muscoli e arroganza o può avere a che fare con la fragilità? Cercherò poi di invertire i codici canonici del teatro greco, dove gli uomini interpretavano ruoli da donna, affidando invece a donne ruoli da uomini». Ma il debutto a Siracusa per lei ha una valenza anche personale. «E’ il primo che abbia mai visto – dice – La mia famiglia non frequentava nè teatri nè chiese. Arrivai con la scuola e rimasi folgorata da un’Antigone. Lì mi dissi: ‘voglio fare questo nella vità. Oggi sarò la prima regista donna a Siracusa dopo 5 anni: mi fa male, è una cosa grave». Con 50 repliche (40 di tragedia e 10 di commedia) il 54/o Festival del teatro greco, racconta il commissario della Fondazione Inda, Pier Francesco Spinelli, quest’anno «riparte dai 140 mila spettatori della scorsa stagione. Per darvi un’idea – dice – la Lirica a Caracalla nel 2017 ne ha avuti 77 mila, il Festival di Spoleto 90. E’ un evento importantissimo per la Sicilia, ma non solo: il 55-60% del pubblico era siciliano, il 35-40% veniva dalla penisola, quasi il 5% erano stranieri. E ben 37 mila erano studenti. Importanti sono state anche le 11 rappresentazioni nei Teatri di pietra italiani, da Pompei a Verona. Quest’anno, per la prima volta dopo 12-13 anni, riusciremo a ri-varcare la frontiera, con uno spettacolo al Festival di Atene ed Epidauro». ”Numeri importanti e una linea editoriale chiara, nitida – commenta il direttore generale dello spettacolo dal vivo per il Mibact, Ninni Cutaia – Segno che Siracusa sta rinascendo e che qualcosa riparte in una terra difficilissima. Quanto ai Teatri di pietra li abbiamo noi e i fratelli greci: pensare qualcosa insieme mi sembrerebbe molto interessante».