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Chiesto l’ergastolo per il nisseno che ha causato un’epidemia di Hiv

Chiesto l’ergastolo per il nisseno che ha causato un’epidemia di Hiv

19.10.2017.

ROMA – La procura di Roma ha chiesto la condanna all’ergastolo, con isolamento diurno per due anni, di Valentino Talluto, il sieropositivo originario di Caltanisseta ma residente a Roma accusato di aver contagiato con rapporti sessuali non protetti almeno una trentina di donne. L’uomo è accusato di epidemia dolosa e di lesioni gravissime.  Secondo il pm Elena Neri, all’imputato «non possono essere concesse le attenuanti generiche non avendo mai dimostrato pentimento». «Talluto – ha detto il rappresentante dell’accusa durante la requisitoria – non ha mai collaborato, ha reso false dichiarazioni: il suo era un modo per seminare morte».

Sono 57 i casi contestati tra contagi diretti (oltre 30), indiretti (un bimbo e tre partner di donne in precedenza infettate), nonché episodi di donne scampate alla trasmissione del virus. «C’è la firma su questi contagi. E Talluto sapeva di essere sieropositivo ma continuava a chiedere rapporti non protetti dicendo mille bugie alle sue partner», ha sottolineato la pm Elena Neri.

«Questa indagine è incompleta perché sin da ora bisogna comprendere che i tabulati telefonici che abbiamo potuto prendere in esame risalgono solo a due anni prima (2013-2015). Questa indagine comprende quindi solo le persone che siamo riusciti a rintracciare tramite i tabulati telefonici, le dichiarazioni delle ragazze o coloro che si sono curati negli ospedali romani», ha spiegato il pm.

«Non abbiamo trovato altre persone anche perché lui non ci ha mai aiutato, non ci ha detto i cognomi dei nomi memorizzati sul suo cellulare e si è sempre chiuso dietro silenzio e bugie. Non sapremo mai l’esatto numero delle persone che ha contagiato», ha detto ancora il pm.

Che poi ha spiegato: «Questo non deve essere un processo alle ragazze che figurano come vittime. Loro rappresentano una generazione che non conosce l’Aids, che non conosce i morti per questa malattia, che la legano solo alla tossicodipendenza e ai rapporti omosessuali, e che usa i social network per allacciare relazioni e fare amicizie».  «Molte delle ragazze che hanno frequentato Talluto – ha rivelato ancora la pm – erano al loro primo rapporto sessuale e molte di loro si sono innamorate perchè si fidavano di questo che ai loro occhi appariva rassicurante e pieno di attenzioni, cercando di presentarsi a casa come il classico bravo ragazzo».

Nell’udienza odierna, l’avvocato  Irma Conti, difensore di 17 parti civili nel processo contro Talluto ha avanzato le richieste di rosarcimento: novecento mila euro ogni vittima. Il legale ha anche chiesto una provvisionale di 100mila euro, determinata dal fatto che «l’imputato ha cercato di disfarsi dell’unico immobile che aveva».

«Talluto – ha sottolineato Conti – ha colpito una moltitudine di persone trasportandole in un mondo ignoto con un programma criminoso. Ha agito con dolo e questo si evince dalle testimonianze». Talluto «ha mietuto vittime, ha agito con lucida e determinata pianificazione. Ha cercato le vittime tramite chat, tramite amicizie comune, ha creato le condizioni per conquistare oltre al loro cuore anche la loro fiducia, presentandosi come una persona sana, un donatore di sangue».

«Questa è una strage sociale – ha spiegato in aula – per le conseguenze provocate, danneggiando donne assieme a bambini e uomini accomunati dallo stesso virus dell’imputato, con danni fisici e problemi psicologici, persone che non hanno più una vita normale e spensierata. Una violenza con un guanto di velluto tra i petali delle rose con cui omaggiava le vittime nell’ambito di un rapporto portato avanti in modo ingannevole».

Il processo si tiene in corte di assise e la sentenza è prevista per il 25 ottobre prossimo.

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