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Numerosi “Compro Oro” davanti al Banco dei pegni di via Pasubio per tentare di comprare oro e preziosi dalla gente in difficoltà

Numerosi “Compro Oro” davanti al Banco dei pegni di via Pasubio per tentare di comprare oro e preziosi dalla gente in difficoltà

10.11.2017.

di Elisa Guccione

CATANIA – Questi sono anni difficili. Il lavoro è un bene prezioso da difendere e molte famiglie a volte a causa di un licenziamento dell’unico percettore di reddito, di un lutto o di un’avversità improvvisa si inventano come arrivare a fine mese e se non possono avere nessun aiuto da parte dei familiari o nessuna garanzia da presentare alle banche per ottenere un prestito decidono, come nei film neorealisti di De Sica, di impegnare oggetti in oro e preziosi di famiglia al monte dei pegni per ricevere un corrispettivo in denaro che possa risolvere alcune necessità con la speranza, dopo aver risolto il contratto di pegno stipulato con la banca, di poter riavere i propri oggetti. Da sempre al Credito Siciliano di via Pasubio, sede del monte dei pegni, numerosi “compro oro” cercano di lucrare sulle disgrazie altrui cercando di convincere i tanti utenti che si rivolgono alla banca di vendere gli oggetti ed avere così una somma più grande rispetto a quella che avrebbero potuto ottenere e, soprattutto, così non pagare gli interessi  contrattuali che l’istituto di credito obbliga a versare per il rinnovo o lo spegno della polizza. Davanti all’ingresso della banca ci sono donne e uomini che distribuiscono volantini e cercano di fermare le possibili prede convincendoli che è meglio vendere piuttosto che impegnare.

Abbiamo chiesto ad alcuni impiegati se fossero al corrente di cosa accade al di là del loro sportello. Molti sono stati reticenti ammettendo solo che ognuno è libero di scegliere, altri hanno ammesso che è un comportamento indegno in quanto significa approfittarsi delle disgrazie altrui mostrando un flebile raggio di sole a chi in questo momento vive in condizioni di svantaggio. Solo una donna, una pensionata sociale, ha voluto raccontare la sua storia ai nostri microfoni: “Mi hanno fermata diverse persone, perché ancora non sono riuscita a spegnare la mia polizza ed ogni tre mesi verso una quota per il rinnovo della mia pratica in modo da non perdere i miei oggetti, dicendomi che addirittura avrebbero pagato tutto loro sottolineando il fatto che sto versando più di quanto ho ricevuto in prestito”. Ed ancora aggiunge con orgoglio e convinzione: “Fino a quando posso cercherò di rinnovare il mio pegno, perché così anche mettendo pochi euro da parte un giorno riuscirò a riavere gli oggetti della mia famiglia, i miei ricordi, che darò alla mia nipotina che sta per nascere”.

Elisa Guccione

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