“Se canterò al festival? Un pochino sì. Certo, avrei voluto vincerlo, ma sono entrato in un conflitto di interessi micidiale”, scherza Claudio Baglioni parlando di Sanremo (6-10/2), ospite di Non è un paese per giovani su Radio2. Mai all’Ariston da concorrente, ammette però che le sue canzoni “anni ’70 sarebbero andate bene: per esempio ‘Strada facendo’ se non altro avrebbe potuto aspirare al podio”. Ai conduttori Giovanni Veronesi e Massimo Cervelli che gli chiedono se si senta “l’uomo più importante d’Italia dopo il Papa”, dotato di “un potere clamoroso”, risponde divertito: “Sì, come il presidente del Consiglio. Infatti il mio ruolo dura poco come un presidente del Consiglio”.
Del predecessore Baudo, spiega, porterebbe con sé “la sua capacità salvifica: se qualcuno si sente male, Superpippo arriva. Di Fazio? Il fatto che con Fabio non si sa mai chi presenta: la butta in caciara, lo fa presentare a tutti. Ma anche la sua impostazione ironica, divertita”. Quanto a Conti, “non si scompone mai”.