di Elisa Guccione
CATANIA- Dopo il successo di critica e di pubblico per la mostra “Sidefire” al Palazzo della Cultura promossa dalla “Behnam Beniamin Art”, nata da un’intuizione del collezionista ed uomo d’affari Behnam Fanaeyan, dove hanno esposto nomi internazionali dell’arte contemporanea, fra i tanti, come Paolo Greco, Vishka, Enzo Rovella, Aiolo e Massimiliano Frumenti incontriamo l’ideatore di quest’ambiziosa iniziativa che si pone l’obiettivo di realizzare un cambiamento nella mentalità e nei comportamenti della società attraverso la promozione di progetti creativi.
Nel 2015 fonda la Behnam Beniamin Art associazione dal respiro internazionale con sede a Catania. Come ha deciso di dare forma e concretezza a quest’idea?
“Sono convinto che tramite la scultura, il disegno, la poesia, la musica ed ogni forma d’arte si possono toccare corde della nostra anima che neanche pensiamo di avere e magari imparare a conoscerci meglio. La Sicilia è ormai la mia casa e non mi piace chi viene qui sfruttando le tante meravigliose risorse di questa terra vergine, utilizzando l’arte semplicemente per esaltare se stessi e favorire i propri interessi dimenticando come poter migliorare concretamente questa terra che ha tantissimo da offrire”.
Presto darà vita ad un progetto molto particolare “La rivolta popolare degli artisti in Sicilia”. Ci può anticipare qualcosa?
“È un gruppo di uomini non necessariamente siciliani che hanno messo al primo posto l’arte e la cultura, senza avere doppi fini, che amano e credono in questa terra, come ad esempio un persiano come me. La “Rivolta popolare degli artisti in Sicilia” potrebbe essere vista come una provocazione ma non lo è, in quanto è un’iniziativa nata per esaltare la bellezza della Sicilia. Adesso è il momento che le sue innumerevoli risorse vengano utilizzate per migliorare la condizione di vita dei suoi abitanti. Il mio non è uno spot elettorale, non ho mai voluto fare politica partitica, non m’interessa. Preferisco lavorare per creare bellezza senza essere un servo di partito”.
Com’è nata l’idea di scegliere i suoni, i colori e la meraviglia della nostra terra rispetto magari ad una città del nord?
“Al mio arrivo in Italia ho vissuto inizialmente a Padova e successivamente per lavoro mi sono ritrovato a Catania e sono stato immediatamente attratto dalla sua bellezza. Vivo qui dal 1980, ho iniziato a lavorare come vendita all’ingrosso dei tappeti e del design esportandoli direttamente dalla Persia ed ho trovato all’ombra del vulcano il luogo ideale per esprimere le mie creazioni. I catanesi, gente dal cuore grande, vivono in un piccolo paradiso, perché hanno tutto a disposizione: mare, montagna, pianura, porto e aeroporto. L’ospitalità della gente, l’immediatezza e la semplicità dei gesti mi ha fatto subito capire che questa città doveva essere casa mia”.
Elisa Guccione