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Rocco Chinnici, 35 anni dall’omicidio del fondatore del pool antimafia

Rocco Chinnici, 35 anni dall’omicidio del fondatore del pool antimafia

29.07.2018.

35 anni fa il giudice Rocco Chinnici, all’età di 58 anni, fu ucciso mentre stava per recarsi a lavoro, con una fiat1 26 colma di esplosivo posteggiata davanti alla sua abitazione in via Pipitone a Palermo. In un attimo Palermo divenne come Beirut.
Grazie alle sue intuizioni riuscì a far conoscere le reali dimensioni internazionali di Cosa Nostra, i legami con la ‘ndrangheta e la camorra, e le connessioni con l’alta finanza, la politica e l’imprenditoria. Il Pool Antimafia l’istituzione che diede una svolta decisiva alla lotta alla mafia nasce da una sua idea e le indagini che Rocco Chinnici condusse fino a pochi giorni prima di morire costituirono le basi del procedimento istruito dal pool di Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, che portò al maxiprocesso di Palermo.
La sua vita fu una vita spesa per gli ideali di giustizia e legalità. Amava parlare ai giovani in modo da creare una nuova coscienza spiegando come si arricchiscono i mafiosi e il loro modo di fare politica attraverso la violenza.
In una sua celebre frase diceva: “Parlare ai giovani, alla gente,i fa parte dei doveri di un giudice. Da soli, non ce la faremo mai“. Grazie a uomini retti ed onesti come Chinnici e tutte le vittime di mafia che hanno sacrificato la propria vita le persone hanno deciso di ribellarsi e non subire più le vessazioni dei prepotenti. il 29 luglio ma non solo oggi è giusto ricordare chi ha cercato di ridare a questa terra la luce e la bellezza di cui è ricca, eliminando tutto il marciume che oscura la Sicilia e il suo immenso e storico patrimonio umano e culturale.
Dalla sua morte sono cambiate molte cose, la gente non ha più timore di parlare di mafia o denunciare ma combatte a testa alta consapevole che non dovranno esserci più padroni da servire.
Elisa Guccione

 

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