Catania- La scena è un anonimo cineteatro di periferia e i protagonisti del coinvolgente atto unico dal titolo “Alessandria“, per il cartellone Giovani Sguardi della Compagnia Buio in Sala, sono il giovane regista Mr. Effe, interpretato da un convincente Andrea Luvarà, e la dragquenn Elodiva, resa viva, magnetica e a tratti poetica dal sempre bravo Andrea Schillirò.
Sul palco di Spazio Bis, la sala teatrale all’interno della scuola d’arte Buio in Sala, al centro polifunzionale Leonardo Da Vinci, Giuseppe Bisicchia, insieme a Simone Santagati autore del testo e vincitore del bando interno della Compagnia Buio in Sala dedicato agli under 35, dirige una messa in scena estremamente moderna e coinvolgente dove il confine tra finzione e realtà, persone e personaggi è molto labile e addirittura inesistente in alcuni momenti dello spettacolo.
Si assiste ad un grottesco gioco delle parti tra malinconico dolore, apparente brio e tanta solitudine per un racconto capace di rapire e legare indissolubilmente gli stessi protagonisti che tra le battute del testo recitato il giorno prima del debutto in un teatro vuoto dove si è intrufolata la dragquenn, truccata dal make up artist Alfredo Cortese, cominceranno a mettere in scena la vita passata di Mr. Effe, unita a doppio filo al timido e silenzioso Felice, affetto da un disturbo d’ansia sociale che
gli precluderà i normali canali di comunicazione. Il monologo “Alessandria” da cui parte tutta la scena è la scusa con cui entrambi metteranno a nudo la propria anima chiusa per tutti e due i protagonisti in momenti di solitudine.
Dalla storia di un giovane viaggiatore approdato nell’antica Alessandria in
seguito ad un naufragio ed innamoratosi perdutamente
della città che lo rifiuta alla quale supplica di poter restare senza in realtà diventare mai parte di essa emerge da parte del giovane Mr. Effe un legame inspiegabile con la dragquenn che copione
alla mano, interpreterà tutti i comprimari del testo mettendo in scena la vita passata del giovane regista, attraverso la solitudine,
l’incomunicabilità e il rimpianto fino ad assumere di volta in volta i ruoli che ruotano intorno alla vita di
Felice, dalla madre (Marina), alla migliore amica (Arianna), a Felice stesso, fino a mettere in dubbio se stesse recitando o raccontando il proprio vissuto.