di Elisa Guccione
ROMA – Loquace, combattivo, spiritoso e sempre disponibile con la gente. Queste le caratteristiche di Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, il gigante buono del cinema italiano volato in cielo alle 18.15 del 27 giugno. Queste le parole del figlio Giuseppe alla stampa: “Papà è volato via serenamente. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata ‘grazie”. Era nato a Napoli il 31 ottobre del 1929.
Negli anni 70 conquista il grande pubblico in coppia con con una fortunata serie di film battezzati a furor di popolo “Spaghetti Western“, ma la sua lunga e prolifica carriera non è caratterizzata soltanto da questo fortunato periodo del cinema italiano, è stato diretto da Dario Argento nel thriller “Quattro mosche di velluto”, da Ermanno Olmi e da Carlo Lizzani in “Torino Nera”.
Prima di diventare un attore di successo, Carlo Pedersoli ha fatto l’operaio, il bibliotecario, il segretario d’ambasciata, ma è stato, soprattutto, un grande protagonista sportivo. Si laurea in giurisprudenza e viene notato dal cinema nel pieno della stagione di Hollywood sul Tevere. Grazie al fisico scultoreo, viene scritturato come comparsa in ‘Quo Vadis?’ e poi finisce sul set di ‘Annibale’ dove non incontra mai il giovane attore Mario Girotti – Terence Hill– che diverrà il suo partner d’eccellenza pochi anni più tardi. Tocca a Mario Monicelli affidargli il primo, vero ruolo, quello del manesco Nando in ‘Un eroe dei nostri tempi’ (1955). Chiuderà col nuoto dopo i Giochi di Roma del 1960.
Il popolo dei social piange Bud Spencer, con tanti messaggi d’amore, e si stringe alla famiglia ricordando quell’omone dal sorriso contagioso e dal cuore grande, che ha scritto le pagine più belle di un’Italia che aveva voglia di crescere e scommettere su se stessa.
Buon viaggio Piedone!
Elisa Guccione