di Elisa Guccione
CATANIA- Sotto un timido sole primaverile in un bar del centro poco prima delle prove incontriamo il poliedrico attore Agostino Zumbo, che dal sette al nove aprile presso la sala Scenario Pubblico interpreterà per la stagione “Teatro Mobile” il variopinto Salvatore Mirabella nello spettacolo “Operazione Rimpatrio”, pièce scritta da Guglielmo Ferro e diretta da Francesca Ferro con la collaborazione di Francesco Maria Attardi. Scopriamo davanti ad un cappuccino fumante i segreti di questa messa in scena senza tralasciare l’attuale situazione teatrale catanese.
In “Operazione Rimpatrio” interpreta Salvatore Mirabella. Parliamo di questo personaggio?
“Quest’uomo è comparso sulla scena circa otto anni fa nell’edizione con Ida Carrara e Mariella Lo Giudice. Salvatore Mirabella è ritornato nuovamente con questa nuova rappresentazione dal ritmo frenetico nell’ambito della stagione del “Teatro Mobile” con la regia di Francesca Ferro. Mirabella è un personaggio molto particolare, un cialtrone, un personaggio grottesco che fa il politico e parla con una pronuncia molto discutibile. Invita tutti gli emigrati siciliani sparsi nel mondo a tornare in “Sigilia”, perché si sta bene.
Come si sta preparando ad affrontare questo ruolo così pittoresco?
“È una prova molto difficile. Devo essere sincero quest’esperienza mi incuriosisce tanto, perché grazie alla professionalità di Francesca Ferro che guida tutti noi in maniera eccellente vedrete un Agostino come mai prima”.
È doveroso quindi conoscere qualche retroscena del dietro le quinte…
“Le prove sono una gioia. Si svolgono in maniera seria ma con brio e mistero”.
In che senso?
“Non avendo una fissa dimora il luogo dove provare cambia di volta in volta e le comunicazioni avvengono tutte rigorosamente tramite whatsapp con allegate foto rubate durante il backstage, dove vengono immortalate espressioni anche molto goliardiche. Inutile negare che siamo tutti legati da un grande affetto”.
La rassegna Teatro Mobile che con questo spettacolo volge al termine è sicuramente una risposta diretta ai tanti problemi teatrali catanesi
Dalla difficile vicenda teatrale di questi anni è nata l’esigenza di dare vita al Teatro Mobile, una nuova importante realtà che nonostante le numerose difficoltà incontrate combatte con coraggio per donare ossigeno al nostro Teatro. Si stanno facendo i salti mortali per realizzare un buon prodotto e sono felice di far parte di questo progetto ed aiutare Francesca Ferro e Francesco Attardi in quest’importante avventura.
Dalla crisi nascono sempre idee prolifiche e interessanti come quest’importante iniziativa. Possiamo dire che, nonostante tutto, il teatro non è morto?
“Non è morto ma è in agonia. Ci sono state tante vicende che hanno portato il teatro in una situazione assurda e affossato la cultura. Posso affermare, senza difficoltà, che il teatro a Catania continua a vivere grazie all’iniziativa privata come questa del Teatro Mobile o del Brancati che ha fatto in modo, con numerose avversità, che il Piccolo di Gianni Salvo non chiudesse per sempre”.
Elisa Guccione