di Elisa Guccione
Ph Dino Stornello
Catania- Nuovo successo per il secondo appuntamento in cartellone del teatro Brancati dedicato a “Il Malato Immaginario” di Moliere, un grande classico della drammaturgia diretto e riadattato per le scene con genialità da un ispirato Salvo Ficarra.
La storia è quella classica scritta dall’autore francese, morto durante la quarta replica della pièce nel 1763, per uno spettacolo adatto ad un pubblico trasversale per le esilaranti battute, le coinvolgenti gag tra Argan, un eccellente Angelo Tosto capocomico di un cast di prim’ordine, e l’affezionata ma indisponente e a tratti irriverente governante, interpretata da una straordinaria Giovanna Criscuolo, dove la perenne ossessione della malattia è una chiara denuncia sull’incompetenza della medicina del tempo e il rapporto di ogni essere umano davanti alla malattia, con i medici, le sue prescrizioni e i dubbi riguardo la cura e gli sviluppi della medicina come quelli del fratello del protagonista, interpretato da un carismatico Filippo Brazzaventre.
La regia e l’adattamento di Salvo Ficarra è scorrevole, moderna, innovativa ed impreziosita dalla solida armonia di tutti gli attori in scena che in questo divertente e trascinante atto unico mettono a nudo gli affanni di Argan, le cui ossessioni non si discostano da quelle dell’uomo moderno che ieri come oggi cerca in tutti i modi un antidoto contro la vecchiaia e una cura che lo renda eterno o quasi.
In una scena elegante ma ben studiata nella sua semplicità, realizzata da Francesca Cannavò autrice anche dei costumi, che racconta il quotidiano del malaticcio protagonista tra medicine, vasini, purghe e unguenti di ogni tipo spiccano i dialoghi e i ragionamenti della fidata governante, chiave di volta di tutto il plot narrativo, e la moglie, interpretata da una convincente Lucia Portale, la seconda moglie di Argan attratta dal notaio, interpretato da Luca Fiorino, la quale sfrutta l’amore del marito per cercare di estromettere dall’asse ereditario la figliastra, Anita Indigeno, segretamente innamorata del giovane Cleante, l’ottimo Daniele Bruno.
Un applauso speciale all’esilarante sipario comico tra il sempre bravo Emanuele Puglia, nel ruolo del Professore Cagherai, il figlio Tommaso, interpretato da un divertente Giovanni Rizzuti, e il povero Argan che vede frantumarsi il sogno di avere un genero medico che vede frantumarsi il sogno di avere un genero medico. Coinvolgente Cosimo Coltraro nel ruolo del dottor Fecis, che pur di spennare il proprio paziente lo imbottisce di cure inutili e parole incomprensibili che non fanno altro che spaventare l’ipocondriaco protagonista.
L’intero spettacolo, prodotto dal Teatro della Città, è un continuo divenire che riesce a mantenere alta l’attenzione della platea, generosa negli applausi, che finalmente assiste ad una rappresentazione del “Malato Immaginario” diversa e non stantia e per questo vincente per un testo estremamente attuale che a tratti diventa una commedia musicale con le musiche di Lello Annalfino e i movimenti coreografici di Giorgia Torrisi Lo Giudice.
Elisa Guccione