di Elisa Guccione
Ph Dino Stornello
Catania- Inizio di stagione scoppiettante e brioso per il Brancati, che dà il via a questo nuovo anno di spettacoli con “Le intellettuali” di Moliere diretto e riadattato per le scene con abile maestria da Giovanni Anfuso, in scena fino al 17 novembre.
I cinque atti scritti e pensati da Moliere nel 1672 per ridicolizzare le smanie culturali della borghesia parigina del XVII secolo, in questa colorata e dinamica edizione diventano due in cui è facile rivedere il vuoto dei tanti “intellettuali” che utilizzando ricercati e colti frasari non fanno altro che alimentare il vuoto cosmico di colui che tenta di apparire per ciò che non è rifugiandosi, ieri come oggi, nell’ipocrisia della finta ed ostentata cultura dove è doveroso chiedersi chi realmente siano i veri intellettuali.
Con tanto sarcasmo, intelligente ironia e il trionfo dei buoni sentimenti, come accade nella drammaturgia di Moliere, Giovanni Anfuso dirige sapientemente un affiatato e numeroso cast capitanato dal carismatico Giuseppe Pambieri nel ruolo del saggio borghese Crysale, che Moliere scrisse per se stesso, insieme agli ottimi Giorgio Lupano nei panni del saccente e discutibile letterato cacciatore di dote Trisottin, e Micol Pambieri in quello della moglie Philaminte innamorata delle lettere che non riesce a guardare al di là dei propri libri.
Grande e coinvolgente la sintonia sul palco di tutto il cast completato dagli attori
Davide Sbrogiò nel ruolo salvifico dello zio Ariste, la spumeggiante Barbara Gallo la zia Bélise, il bravo Eugenio Papalia nelle vesti del sincero innamorato Clitandre, Roberta Catanese l’innamorata Henriette l’unica immune all’esasperato fuoco del sapere, Isabella Giacobbe la sorella intellettuale, Santo Santonocito, Margherita Frisone e Gabriele Casablanca i quali, sulle scene di Andrea Taddei con i costumi di Riccardo Cappello sulle musiche di Francisci Conti e i movimenti coreografici di Giorgia Torrisi Lo Giudice, danno voce alla perfezione ai diversi caratteri descritti dalla penna dell’autore.
L’intera pièce è anche un confronto – scontro tra uomini e donne le quali cercano attraverso lo studio del linguaggio e l’uso della parola di superare i tanti luoghi comuni che spesso cristallizzano il naturale processo dell’emancipazione femminile.
Grandi e generosi applausi del pubblico della prima per un testo erroneamente poco rappresentato del drammaturgo francese che attraverso una pungente farsa fa riflettere su due temi estremamente attuali ovvero il valore e la funzione della cultura e degli intellettuali all’interno della società e l’esigenza delle donne di emanciparsi culturalmente ed acquisire il giusto spazio che gli spetta.
Elisa Guccione