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Al Fringe Festival di Roma in gara “La Nebbia- Follie del gregge” dell’attrice catanese Valentina Ferrante

Al Fringe Festival di Roma in gara “La Nebbia- Follie del gregge” dell’attrice catanese Valentina Ferrante

13.01.2019.

di Elisa Guccione

CATANIA- A distanza di cinque anni dalla prima partecipazione al Fringe Festival di Roma, il più importante festival mondiale di spettacolo dal vivo, l’attrice catanese Valentina Ferrante ritorna in gara nell’ambito della VII edizione, sul palco dell’ex-Mattatoio di Roma, nello spazio “La Pelanda”, il 17, 18 e 19 gennaio con lo spettacolo “La Nebbia- Follie del gregge” scritto, diretto e interpretato con Federico Fiorenza e le musiche in loop di Alessandro Aiello per una produzione “Quasiteatro” e “Nuova Compagnia teatrale del Canovaccio” di Leonforte.

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“È uno spettacolo sulla follia collettiva nato subito dopo aver letto il libro “Caro duce ti scrivo”- racconta Valentina Ferrante protagonista di un teatro contemporaneo ricco di spunti di riflessione-, perché la follia del singolo diventa spesso la follia del gregge che porta a commettere azioni devastanti sulla nostra società”. Una pièce grottesca che prendendo spunto dalla collezione di lettere inviate a Benito Mussolini da uomini e donne dell’Italia della seconda guerra mondiale, dove si arrivava a venerare la figura di quest’uomo, anche sotto l’aspetto sessuale, inevitabilmente crea un parallelismo con i tanti e difficili eventi politici dei nostri giorni.

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“Il paragone con i leader della nostra politica attuale è immediato- continua la Ferrante- anche se durante lo spettacolo non si fanno nomi specifici ma si assiste ad una naturale intersecazione tra ieri e oggi in cui ad esempio il dolore della madre che perde il figlio in guerra si lega alla perdita delle madri migranti che vedono morire i loro bambini senza poter fare nulla”. Ed ancora aggiunge: “Tutta la messa in scena è paragonabile ad una scossa elettrica, perché le nostre sinapsi ricevono degli impulsi che mettono in tilt il nostro sistema nervoso, il quale deve essere accordato sapientemente come se fosse uno strumento musicale facendo così emergere la ciclicità degli eventi storici con le loro atroci verità”.

Un testo particolare ed elettrico, capace di creare un rapporto empatico ed interattivo con il pubblico facendolo diventare parte integrante della rappresentazione, con risultati a volte drammatici a volte sorprendentemente comici dove è protagonista la nostra società che partorisce nuovi mostri così mediaticamente forti da annebbiare la mente della gente con risultati devastanti per la nostra collettività.

Elisa Guccione

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