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Al Nuovo Sipario Blu “L’uomo, l’ipocrisia e le false virtù” e il finto moralismo borghese

Al Nuovo Sipario Blu “L’uomo, l’ipocrisia e le false virtù” e il finto moralismo borghese

27.01.2025.

di Elisa Guccione

Catania- La penna dell’autore Sergio Borsellino dà vita in modo assolutamente non scontato con un finale non prevedibile al seguito di “L’uomo, la bestia e la virtù”, uno dei testi pirandelliani più famosi e rappresentati tra teatro e cinema, come fra tutte la versione cinematografica diretta da Steno con Totò.FB_IMG_1737952266206
In una visione quasi onirica ed immaginaria “L’uomo, la bestia e la virtù” vede la sua naturale consecutio in “L’uomo, l’ipocrisia e le false virtù“,
premiato con una menzione speciale alla 1° edizione del Premio Teatrale Internazionale Salvatore Quasimodo, dove con un passaggio temporale di ben 15 anni la morale borghese dei protagonisti non è cambiata, perchè ieri come oggi l’importante è mistificare la realtà e apparire quello che non si è nascondendo peccati e colpe.FB_IMG_1737952259950
La sapiente regia di Santi Consoli, forte dei suoi 58 anni di attività teatrale ininterrotta, riesce perfettamente nei due interessanti e gradevoli atti a mettere in scena uno spettacolo che è intelligente espressione del trasformismo dell’animo umano, il quale con toni grotteschi in una società fintamente perbenista sceglie di salvare apparenze e buon nome.
Sul palco del “Nuovo Sipario Blu” l’intera scena si muove su un malinconico intreccio giocato su rimorsi, come quello del protagonista interpretato da un convincente Tino Mazzaglia nell’aver abbandonato l’idea di essere padre salvando contemporaneamente l’onore e la virtù della donna amata e non farla apparire agli occhi della gente come una sporca fedifraga e mantenere la sua trasparente identità di uomo integerrimo. Le false convenzioni e i pregiudizi morali hanno evidenziato con acuta attenzione i mali dell’Italica società dalla mala sanità alla considerazione della donna come banale oggetto di desiderio dalla dignità vilipesa fino all’analisi di un’umanità ipocrita e ignorante.FB_IMG_1737952495379
Il cast dell’associazione culturale “Nuovo Premio Scena” capitanato dal già citato Tino Mazzaglia e composto da
Rossella Strano, Emanuele Trapani, Maria Piana, Valeria Gulino, Enrica Cosoli, Federico ed Alessandro Ridolfo insieme all’autore Sergio Borsellino e al regista Santi Consoli si muove nel cuore della cultura fascista, analizzando in alcuni momenti particolari dello spettacolo, attraverso le musiche tipiche del periodo, i luoghi comuni della pedagogia e della cultura del ventennio specchio dei falsi valori morali e religiosi di una collettività fondata sulla menzogna.
Elisa Guccione

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