di Elisa Guccione
CATANIA- L’attore e regista Nicola Costa dopo i successi di critica e di pubblico dell’applaudito spettacolo “Dear Ludwig”, in replica da circa dieci anni nel doppio ruolo di Beethoven e del regista, e il monumentale successo dei “Promessi Sposi” nelle vesti del Griso venerdì 3 maggio, alle ore 21.00, e domenica 5 maggio, in doppia replica alle ore 18.30 e 21.00, nell’ambito della terza stagione “La carrozza degli artisti”, sul palco della Sala Chaplin dirigerà lo spettacolo “Una lunga attesa” dello scrittore Fabrizio Romagnoli. Una prima assoluta per la città di Catania, che racconta una storia tutta al femminile con protagoniste quattro donne interpretate da Elisa Franco, Alice Sgroi, Carmela Sanfilippo e Viviana Toscano. In un momento di pausa dalle prove incontriamo il regista cercando di scoprire alcuni dettagli sullo spettacolo, soffermandoci anche sull’attuale situazione teatrale catanese.
Ancora pochi giorni per il debutto della pièce “Una lunga attesa”, una pagina di teatro contemporaneo che parla di donne e delle loro debolezze tra accuse, illazioni e confessioni…
“Sono molto contento di firmare questa regia, non solo perché è una prima assoluta per la nostra città che tra le tante difficoltà dimostra di voler guardare avanti scommettendo su uno spettacolo di drammaturgia contributiva, ma perché è una messa in scena tutta al femminile, compreso il dietro le quinte dal backstage ai costumi di Ariana Talio passando per l’aiuto regia di Rosa Lao fino alle scene di Arsinoe Delacroix e alla fonica di Letizia Contadino. Sul palco quattro donne, quattro destini particolari in qualche modo intrecciati tra di loro con quattro scontri tra le varie personalità che fanno la forza di questo testo, che ho voluto costruire con dei registri e dei ritmi molto alti al fine di garantire un’interessante resa non solo delle attrici sulla scena ma anche del pubblico stimolato nel seguire ogni dettaglio della pièce”.
Quale sarà, secondo lei, la reazione della platea nell’assistere a qualcosa di diverso dai soliti Pirandello o Martoglio?
“Una lunga attesa” è una pièce che sotto certi aspetti diverte ma allo stesso tempo fa tanto pensare. Il pubblico, credo, rimarrà entusiasta di questo lavoro poiché la grande energia positiva che ha caratterizzato le prove e l’affiatamento dell’intero gruppo di lavoro ha reso questo spettacolo ancora più bello. Otto donne di grande pregio “contro” un regista che hanno ascoltato e reso felice con la loro recitazione”.
Nella nostra città molti s’inventano attori e registi creando compagnie e dirigendo spettacoli che non sempre vale la pena vedere. Come dovremmo uscire da questa giostra cigolante che non educa il pubblico ad una buona cultura teatrale e danneggia chi fa questo mestiere non per hobby ma come lavoro dopo anni di studio e impegno?
“Compito del teatro è dare allo spettatore la possibilità di arricchirsi e porsi delle domande. Sono convinto che uno spettacolo debba contribuire alla riflessione e al ragionamento, particolarità fondamentale in un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui si fa sempre tanto teatro, ma non sempre del buon teatro. Spettacoli come “Una lunga attesa” credo siano dei veri apripista per una concezione mentalmente più giusta e idonea per la vera funzione del palcoscenico. Nella nostra città molti credono di essere attori e registi senza sapere minimamente cosa sia l’arte del teatro rovinando pubblico, professionalità e impegno di tutti coloro che fanno questo lavoro in maniera coscienziosa e seria e non per chissà quale velleità o motivazione che valga veramente la pena di dare vita a spettacoli che non meritano assolutamente di essere rappresentati. Gente come questa non dovrebbe minimamente avvicinarsi al teatro neanche pagando il biglietto”.
Elisa Guccione