Ph Dino Stornello
CATANIA- La grande attesa per la prima nazionale di “Piano, piano dolce Carlotta” di Henry Farrell diretta da Sebastiano Mancuso e interpretata da Loriana Rosto, Elmo Ler, Antonella Scornavacca e Gaetano Festinese in scena questo fine settimana sul palco del Musco ha soddisfatto la curiosità del numeroso pubblico in sala che ha premiato lo spettacolo con lunghi e fragorosi applausi, che dopo la tournée italo francese di “Che fine ha fatto Baby Jane?” ha visto la Compagnia Absinthe teatro ripetere il precedente successo confermandosi come l’unico gruppo di attori catanesi ad aver sposato il thriller psicologico come genere preferito.
Un atto unico dal grande pathos in cui emergono tutte le cicatrici e i traumi del passato, che diventano protagonisti di uno spettacolo dall’alta tensione emotiva dove elementi grotteschi e melodrammatici si fondono per uno psicodramma al fulmicotone, in cui le compulsioni psicologiche di Carlotta Hollis, che nel 1964 fu interpretata per il grande schermo da Bette Davis, in quest’inedita e riuscita trasposizione teatrale dai risvolti crudi e diretti, trova nell’attore Elmo Ler, in abiti bianchi e fluttuanti creati dallo stilista Giampiero Nicita, un eccellente contraltare capace di rendere vivo e vibrante il personaggio della visionaria protagonista, tormentata dagli incubi e dalle allucinazioni che minacciano la sua mente bloccatasi al momento del truce omicidio del fidanzato John.
Il regista Sebastiano Mancuso, coadiuvato da Davide Toscano, analizza la complessa e fragile mente di Carlotta indagando con estrema verità, tra mani insanguinate, teste mozzate e visioni oniriche e reali allo stesso tempo, la spietata cattiveria della cugina Miriam, una brava Loriana Rosto nel ruolo che fu di Olivia de Havilland, che incarna perfettamente la rivalità tra consanguinee riportando alla luce un odio atavico e morboso usato a proprio piacimento, per manovrare e sottomettere al proprio volere non solo la disturbata Carlotta che spera di trovare in lei, l’unica parente rimasta in vita, una complice ma anche il debole Drew, il credibile Gaetano Festinese, che in memoria di un amore mai sopito diventa il braccio armato della subdola Miriam.
L’unico afflato che possa ricordare il calore di una famiglia è la fedele governante Welma, un’intensa Antonella Scornavacca, che tenta di proteggere la sua signora dai mostri che la divorano, da un’intera città che la giudica una spietata assassina e, soprattutto, dalla malsana idea di richiedere aiuto alla cugina Miriam nel tentativo di difendere la casa dall’esproprio per la costruzione dell’autostrada.
La scena di Francesca Nicosia è essenziale ma efficace per raccontare l’anima buia dei protagonisti che tra il delicato ed agghiacciante motivetto originale del film “Piano piano, dolce Carlotta” e le ricerche musicali dei Pink Floyd, colonna sonora delle scene più importanti dello spettacolo, riesce grazie all’ottimo affiatamento del cast ad abbattere i confini tra palco e platea trasmettendo al pubblico una grande carica di adrenalina vivendo in prima persona i tormenti psicologici dei personaggi.