di Elisa Guccione
ph Dino Stornello
CATANIA- Vita e finzione si confondono e si amalgamano piegati al giogo del pensiero pirandelliano che vede nel dramma della follia di Enrico IV, messo in scena al Piccolo Teatro per una produzione Teatro della città nell’ambito del progetto Pirandello, la sua massima espressione.
L’innovativa e raffinata regia di Nicola Alberto Orofino, che supera brillantemente la prova di dirigere per la prima volta uno dei testi più difficili del drammaturgo agrigentino, e l’eccellente interpretazione di Miko Magistro e di tutto il cast composto da Carmela Buffa Calleo, Anita Indigeno, Gianmarco Arcadipane, Santo Santonocito, Luca Fiorino, Giovanni Arezzo, Giuseppe Ferlito e Daniele Bruno spiazzano e confondono lo spettatore che si ritrova protagonista di un atto unico di delirante bellezza, dove finzione e umorismo sono sapientemente dosati per un’edizione dinamicamente emotiva e intellettualmente coinvolgente adatta anche ad una platea non necessariamente amante della complicata nevrosi pirandelliana.
Miko Magistro nel dare vita all’aggrovigliato intreccio tra normalità e follia, tra perdita di identità e cognizione del tempo reale fino a rinunciare alla vita, ovvero alla guarigione mentale, che salverà il protagonista dal non affrontare le conseguenze di aver ucciso lucidamente il suo rivale, Santo Santonocito, ed accettare quindi la condizione di pazzo come unica via di salvezza è la personificazione stessa del concetto di teatro al pari dei grandi nomi come Giorgio Albertazzi, Salvo Randone o Carlo Cecchi che hanno già dato vita alla lucida follia di Enrico IV.
Una vendetta protetta dalla pazzia che racchiude perfettamente la dualità tra finzione scenica e il dramma borghese fondamentale nella produzione teatrale di Pirandello, che insieme al relativo concetto di verità si adatta al dramma esistenziale della quotidianità.
Pregevole l’interpretazione di Giovanni Arezzo, Giuseppe Ferlito e Daniele Bruno nel ruolo dei tre valletti che insieme al protagonista hanno regalato un crescendo di emozioni, soprattutto, quando Enrico IV svela di essere guarito per una moderna e ben riuscita rilettura del testo.
Elisa Guccione