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Applausi senza sosta per “L’aria del continente” firmata dai Saitta

Applausi senza sosta per “L’aria del continente” firmata dai Saitta

05.05.2018.

di Elisa Guccione 

CATANIA- Sul palco del teatro Piscator rivive con un nuovo spirito e una nuova energia “L’aria del continente” di Nino Martoglio, in scena fino al tredici maggio, un classico del nostra tradizione drammaturgica rappresentato per la prima volta con grande successo a Milano nel 1915 dalla Compagnia di Angelo Musco, per concludere l’applaudita cinquantesima stagione teatrale dei Saitta con un omaggio alla nostra cultura.

Nei panni di Don Cola Duscio un poliedrico e coinvolgente Salvo Saitta, diretto dal figlio Eduardo, che arrivato da Roma con l’aria nuova del continente dopo un’operazione di appendicite ritorna in Sicilia con una giovane ed avvenente signorina continentale che, suscitando le ire dell’autoritaria sorella Mariastella, una vulcanica Katy Saitta, decide di vivere secondo “l’uso civile” del continente abbandonando abiti, atteggiamenti e soprattutto mentalità tipicamente nostrane.31946697_10212610859014485_7603293381912952832_n

Questa versione dei Saitta strizza l’occhio ai nostri giorni con l’esasperazione del “gaio” maggiordomo Fifo, interpretato da un istrionico e sempre bravo Eduardo Saitta, capace di divertire con gusto attirando l’attenzione anche dello spettatore moderno sempre più attento ed esigente. Una novità che non snatura l’immortale testo di Martoglio realizzato anche al cinema nel 1935 dal regista Gennaro Righelli per la coppia simbolo del nostro teatro Angelo Musco e Rosina Anselmi.

Grandi applausi e fragorose risate premiano la compagnia di attori composta da Aldo Mangiù, Viviana Toscano, Massimo Procopio, Annalise Fazzina, Eleonora Musumeci, Carmelo Micci e Orazio Torrisi i quali interpretano la fortunata commedia dell’autore belpassese ricca di momenti comici e giocosi, come la scena dell’operazione dell’appendicite o l’amara scoperta che la giovane amata è una trovatella “carrapipana” la quale messa alle strette etichetta Don Cola come “vecchiu stranchillato e puddicinedda co giummo”, donando ad un testo sempre attuale quella marcia in più senza dimenticare il glorioso periodo in cui furono scritte le pagine più importanti del teatro siciliano.

Elisa Guccione

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