PALERMO – L’inchiesta che coinvolge il sindaco grillino di Bagheria Patrizio Cinque, a cui oggi il gip di Termini Imerese ha notificato la misura dell’obbligo di firma, trae spunto dalla denuncia della dirigente del Comune Laura Picciurro su un affidamento diretto, nel 2015, da parte dell’amministrazione comunale, alla ditta Tech del servizio di raccolta e trasferimento dei rifiuti in discarica e negli impianti di recupero per un importo di 3 milioni di euro. La dirigente denunciò irregolarità nell’assegnazione del servizio con la procedura della somma urgenza alla società subentrata al Coinres.
Il caso venne discusso anche dalla commissione regionale Antimafia che sentì sia Cinque che la dirigente. Il sindaco sarebbe indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio insieme a una ventina di dirigenti e funzionari comunali. Nell’inchiesta è finita anche la vicenda, già nota alle cronache, della casa abusiva del suocero della sorella di Cinque. Il sindaco risponde in questo caso di violazione del segreto d’ufficio in concorso con l’ispettore della polizia municipale Domenico Chiappone. Quest’ultimo gli avrebbe rivelato l’esistenza di un’inchiesta della Procura di Termini sull’immobile abusivo. La procura aveva contestato a Cinque anche l’omissione di atti d’ufficio che il gip, però, non avrebbe ritenuto sussistente.
Cinque precisa che, da lui non è partito alcun attacco alla magistratura. La precisazione del sindaco fa riferimento ad
una nota, si sottolinea in ambienti M5s, diffusa per errore.