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Braccio di ferro con i frugali al Consiglio Ue. Conte: ‘Dobbiamo chiudere’

Braccio di ferro con i frugali al Consiglio Ue. Conte: ‘Dobbiamo chiudere’

19.07.2020.

“Oggi proseguiremo perché dobbiamo fare di tutto per chiudere. Rimandare questa partita non giova a nessuno” in Ue. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Nulla di fatto? “Assolutamente sì: la partita è ancora aperta. Ci sono punti specifici su cui stiamo discutendo anche animatamente”. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Il confronto a tratti è “anche duro”.”Siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti.Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l’Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia: le economie sono integrate”. I leader si riuniranno di nuovo domenica a mezzogiorno. Lo scrive il portavoce di Charles Michel su Twitter.

epa08553078 (L-R) Dutch Prime Minister Mark Rutte, German Chancellor Angela Merkel, European Commission President Ursula von der Leyen, Italy's Prime Minister Giuseppe Conte, European Council President Charles Michel and French President Emmanuel Macron speak during a meeting on the sidelines of the second day of an EU summit in Brussels, Belgium, 17 July 2020. European Union nations leaders meet face-to-face for the first time since February to discuss plans responding to coronavirus crisis and new long-term EU budget at the special European Council on 17 and 18 July.  EPA/FRANCISCO SECO / POOL

Non è bastata una conversazione notturna, al bar dell’albergo, con Angela Merkel ed Emmanuel Macron. E neanche il vertice mattutino a cinque, presenti Pedro Sanchez e soprattutto Mark Rutte. Giuseppe Conte non riesce ad abbattere, nel negoziato europeo, il muro alzato dal primo ministro olandese, spalleggiato dal manipolo di Paesi frugali (Austria, Danimarca, Svezia, più la Finlandia). Non può accettare che, come Rutte pretende, un singolo Stato abbia il potere di bloccare l’erogazione dei fondi a un Paese che non attui le riforme. Perciò, per evitare che si acceleri verso un’intesa penalizzante l’Italia, decide di mettere sul tavolo tutte le sue armi. Dichiara di non essere disposto a rinunciare neanche a un euro, perché il negoziato è “molto importante per l’interesse degli italiani, ma anche degli europei”. E mette in discussione, nel bilancio pluriennale, l’aumento dei rebates, sconti cui L’Aja tiene molto e che nelle ultime proposte di mediazione sono addirittura aumentati. Oltre a lanciare un avvertimento, con un intervento che fonti italiane definiscono “molto duro”, davanti ai 26 colleghi europei: da lunedì bisognerà occuparsi di chi fa “dumping fiscale”, come l’Olanda, o “surplus commerciali”, come anche la Germania. Rutte chiede a Roma la riforma delle pensioni, a partire da quota 100, e del mercato del lavoro. “Noi – ribatte Conte – abbiamo deciso di affrontare, di nostra iniziativa, un percorso di riforme che ci consentano di correre ma pretenderemo una seria politica fiscale comune, per competere ad armi pari”.

Il Governo italiano ha avanzato una proposta per modificare il meccanismo che può bloccare l’erogazione in fase di attuazione dei fondi del Recovery fund. La proposta, spiegano fonti italiane, prevede che le decisioni vengano prese “a maggioranza qualificata e non all’unanimità”. Dall’inizio il premier Giuseppe Conte si è opposto alla richiesta di Mark Rutte di prendere le decisioni sui piani di riforma nazionali, in Consiglio europeo, all’unanimità.

Che il confronto con i paesi frugali sia duro l’ammette lo stesso premier Conte con un aggiornamento video in diretta da Facebook.

Conte: “È stallo, più complicato del previsto” –  “Siamo in una fase di stallo: si sta rivelando molto complicato, più complicato del previsto. Sono tante questioni su cui stiamo ancora discutendo che non riusciamo a sciogliere” afferma Conte. “Stiamo cercando e dobbiamo trovare una sintesi perché è nell’interesse di tutti – aggiunge – ma certo anche mantenendo bene le coordinate più importanti, a partire dal fatto che gli strumenti devono essere proporzionati alla crisi ed effettivi, cioè efficaci. La nostra risposta deve essere pronta, collettiva, solida, robusta”.

Fonti italiane, Rutte vuole l’unanimità, inaccettabile – Il primo ministro olandese Mark Rutte insiste con la richiesta che il via libera all’erogazione dei fondi del Recovery ai singoli Stati sia condizionata all’unanimità del Consiglio Ue: per l’Italia è una richiesta “inaccettabile”, che non permette di sbloccare un’intesa. Lo spiegano fonti italiane mentre è in corso la seconda giornata di lavori del Consiglio europeo.

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