di Elisa Guccione
Bridget Jones è tornata. Renèe Zellweger, dopo quindici anni dal “Diario di Bridget Jones” e dodici da “Che pasticcio Bridget Jones”, ritorna al cinema con il terzo capitolo della storia della pasticciona single più amata in “Bridget Jones’s Baby” diretta dalla regista Sharon Maguire, autrice del primo film, con Colin Firth nel ruolo dell’ex fidanzato Mark Darcy, cavaliere senza macchia e senza peccato, e Patrick Dempsey, Jack il compagno perfetto e premuroso, il terzo uomo che dopo una serie di rocambolesche avventure farà riaccendere l’amore mai sopito tra i due eterni fidanzati che hanno superato la soglia dei quaranta.
Dopo il successo delle precedenti storie ispirate ai libri di Helen Fielding “Bridget Jones’s Baby” distaccandosi però dal terzo romanzo dell’autrice regge il confronto con i precedenti rivoluzionando ancora una volta gli stereotipi della commedia romantica, utilizzando le pause e i tempi comici alla perfezione sin dalla prima battuta. I protagonisti sono tutti più maturi e affrontano tra esilaranti gag problemi diversi e nuovi, come il caso di una gravidanza dall’incerta paternità, argomento su cui ruota l’intera vicenda da cui nasce la rivalità con la nuova fiamma della combina guai Bridget. Assenza o presenza inquietante sul finale l’ex Daniel Cleaver, Hugh Grant, che dà la speranza ai numerosi sostenitori della saga di un possibile sequel. Ottima Renèe Zellweger nell’indossare i panni di una donna normale con le sue rotondità, oggi inesistenti tanto che all’inizio del film si racconta di questa tanto sospirata conquista della excutive manager del notiziario più famoso di Londra, e i suoi problemi facendola diventare una vera eroina proprio perché in fin dei conti siamo tutte un po’ Bridget Jones. Grandi applausi per Emma Thompson nel ruolo della ginecologa che riesce a gestire situazioni al limite dell’impossibile tra i vari personaggi come le ecografie di coppia per i due possibili papà. Elegante ed addirittura esuberante nel suo english style Colin Firth che si dimostra anche stavolta nel ruolo di Mark Darcy, il cui riferimento ad Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen è sempre presente non solo per la semplice scelta del nome, ancora più vero rendendo la sua interpretazione sempre più amata. Patrick Dempsey convince e diverte positivamente riuscendo ad essere il personaggio cerniera che unisce i cuori di Bridget e Mark. Un film sicuramente da vedere non solo per gli appassionati del genere ma anche per chi ha voglia di assaporare qualcosa di nuovo e fresco che si rinnova giocando sui complicati percorsi sentimentali di una coppia che apparentemente lontana e diversa non può fare a meno di stare insieme.
Elisa Guccione